Brand in cuffia: come Spotify può diventare un canale strategico per la tua comunicazione

Introduzione
Negli ultimi anni abbiamo assistito a un’evoluzione significativa nelle abitudini di fruizione dei contenuti digitali. Mentre l’attenzione su schermo diminuisce e i consumatori diventano sempre più multitasking, il formato audio ha guadagnato terreno in modo costante e silenzioso, diventando un pilastro nella dieta mediale quotidiana. Che si tratti di ascoltare una playlist durante l’allenamento, un podcast in auto o una selezione di brani mentre si lavora, l’audio ha assunto un ruolo centrale nella costruzione di esperienze di valore.
Spotify, in particolare, si è affermata come piattaforma di riferimento a livello globale. Con oltre 602 milioni di utenti attivi mensili nel mondo (dati Q4 2024), di cui circa 236 milioni nella versione free supportata da pubblicità, rappresenta oggi uno degli ambienti più promettenti per i brand in cerca di spazi non saturi e altamente targettizzati. In Italia, il numero di utenti mensili supera i 14 milioni, con una penetrazione significativa nelle fasce 18-34 anni, ma in crescita anche tra i 35-54.
A fare la differenza è il tempo medio di ascolto: secondo le rilevazioni più recenti, l’utente tipo trascorre oltre 2 ore al giorno su Spotify, spesso in momenti in cui altri formati pubblicitari risultano inefficaci o invasivi (mentre si guida, si cucina, si cammina). Questo genera un’opportunità straordinaria per le aziende: intercettare le persone in contesti di fruizione rilassata e prolungata, dove il messaggio audio può essere percepito come parte integrante dell’esperienza, e non come interruzione.
Eppure, nonostante questi dati, Spotify rimane un canale ancora sottoutilizzato all’interno delle strategie di comunicazione digitali, soprattutto tra le PMI e i brand non orientati alla sperimentazione. Spesso, il focus si concentra su canali più affollati e competitivi (Meta, Google, TikTok), perdendo l’opportunità di costruire una relazione sonora con il proprio pubblico.
Con questo articolo vogliamo aprire una finestra su Spotify come canale strategico, illustrando i principali strumenti a disposizione, i formati pubblicitari, le opportunità creative offerte da playlist e podcast, e alcuni use case concreti. L’obiettivo è fornire una visione strategica e operativa di come integrare Spotify in un ecosistema di comunicazione omnicanale, per aumentare brand awareness, engagement autentico e, in alcuni casi, anche conversione.
Perché considerare Spotify nella strategia di comunicazione
Da visual a audio-first: il cambiamento delle abitudini mediali
Negli ultimi cinque anni, il consumo audio ha registrato una crescita costante, in parallelo a un fenomeno sempre più evidente: l’inversione del paradigma da visual-first ad audio-first, soprattutto in contesti di mobilità e multitasking. La generazione Z e i Millennial, in particolare, mostrano un comportamento mediale fluido: mentre navigano sullo smartphone, cucinano, lavorano o si allenano, scelgono l’audio come canale principale di intrattenimento e informazione. Questo scenario offre un vantaggio chiave: l’audio non compete per lo spazio visivo, ma si inserisce in momenti “white” della giornata, prima inaccessibili alla comunicazione digitale.
Spotify, come piattaforma audio, capitalizza su questo nuovo comportamento, diventando una porta d’accesso privilegiata per parlare al pubblico in modo meno intrusivo, ma più continuo e relazionale.
Il suono come leva strategica di brand identity
Nel marketing moderno, ogni touchpoint contribuisce a costruire l’identità del brand. Se la dimensione visiva è ormai satura (loghi, font, colori, visual storytelling), il suono rappresenta oggi uno degli ultimi territori distintivi ancora poco esplorati. L’identità sonora (sound logo, tono di voce, playlist editoriali, podcast narrati) permette di rafforzare la memorabilità del brand, aumentare la coerenza nei touchpoint digitali e costruire un legame emotivo più profondo.
Grandi brand come McDonald’s, Netflix o Intel hanno da tempo investito in sonic branding, ma anche aziende di medie dimensioni possono trarne vantaggio attraverso esperienze sonore personalizzate e campagne audio ben progettate su Spotify.
Il valore del tempo di ascolto e dell’attenzione immersiva
In un ecosistema di comunicazione in cui il tempo medio di attenzione si riduce drasticamente (meno di 8 secondi sui social), Spotify offre una rarissima opportunità: catturare attenzione continua e immersiva per 15, 30 o anche 60 secondi. Quando un utente ascolta un contenuto, l’interruzione pubblicitaria viene spesso percepita come parte del flusso, soprattutto se ben integrata per tono, linguaggio e target.
Questa immersione produce una qualità di attenzione superiore, che può essere misurata con metriche come il completion rate, il brand recall e l’intenzione d’acquisto post-esposizione. In alcuni studi interni di Spotify, l’audio ADV ha registrato performance comparabili (se non superiori) a formati video preroll, con un costo per impatto spesso inferiore.
Un’alternativa ai canali saturi: meno competizione, più impatto
Le piattaforme social e il display advertising sono oggi spazi affollati, dove i costi per clic e impression sono in costante aumento e la battaglia per l’attenzione si gioca su frazioni di secondo. In questo contesto, Spotify rappresenta un ambiente meno congestionato, in cui i brand possono emergere con maggiore chiarezza e creatività.
Non si tratta solo di evitare la saturazione, ma di riposizionare il brand in un contesto più “pulito”, intimo, umano. Mentre su Instagram o YouTube il brand deve “urlare” per farsi notare, su Spotify può sussurrare qualcosa di significativo, nel momento giusto, alla persona giusta.
I principali strumenti offerti da Spotify ai brand
Spotify non è semplicemente una piattaforma per ascoltare musica: è un ecosistema complesso che mette a disposizione dei brand una suite di strumenti pubblicitari e creativi capaci di intercettare target profilati con una profondità simile (se non superiore) a quella di Meta o Google. Le possibilità spaziano dalla pubblicità audio classica a esperienze branded completamente integrate nel contesto di ascolto dell’utente.
Spotify Advertising
Formati disponibili: audio, video e display
Spotify offre una gamma di formati pubblicitari pensati per integrarsi in modo nativo nel flusso d’ascolto:
- Audio Ads: spot di 15 o 30 secondi che vengono riprodotti tra un brano e l’altro su account gratuiti. Spesso accompagnati da un visual (companion banner) cliccabile su mobile e desktop. Sono il formato core e quello che garantisce l’ascolto immersivo.
- Video Ads: disponibili come Video Takeover (desktop) o Vertical Video (mobile), vengono mostrati solo quando l’utente è attivo e con schermo visibile, massimizzando la viewability.
- Display Overlay e Homepage Takeover: banner statici o dinamici visibili su desktop e mobile, posizionati strategicamente per attrarre l’attenzione di utenti attivi.
- Sponsored Sessions: formati premium che offrono all’utente 30 minuti di ascolto senza interruzioni pubblicitarie in cambio della visione di un video interattivo (perfetto per engagement e branding positivo).
Targeting avanzato e contestualizzazione intelligente
Uno dei principali punti di forza di Spotify ADV è la possibilità di sfruttare dati comportamentali altamente granulari. I brand possono targettizzare campagne in base a:
- Dati demografici (età, genere, lingua)
- Dispositivo utilizzato (smartphone, desktop, smart TV, console)
- Momenti della giornata o della settimana (es. “commute”, “workout”, “relax”)
- Mood e attività (es. “party”, “studio”, “chill”)
- Genere musicale preferito (hip hop, indie, jazz, pop ecc.)
- Abitudini d’ascolto ricorrenti (es. chi ascolta podcast al mattino + workout al pomeriggio)
Questa segmentazione permette di creare messaggi audio altamente contestualizzati, con una capacità di rilevanza molto superiore a quella degli spot radio tradizionali.
Spotify Ad Studio: advertising self-service anche per PMI
Spotify ha reso accessibile il proprio ecosistema pubblicitario anche alle piccole e medie imprese grazie a Spotify Ad Studio, una piattaforma self-service che consente di:
- Creare campagne in pochi passaggi (upload o creazione dello script incluso)
- Scegliere target, budget e durata
- Ottenere supporto gratuito per la registrazione dello spot audio, con speaker professionisti e sound design personalizzabile
- Monitorare le performance con metriche dettagliate (impression, reach, completion rate, CTR)
Il budget minimo è ridotto (a partire da circa 250€), rendendo Spotify uno strumento esplorabile anche per realtà locali o verticali di nicchia
Branded Playlists
Cos’è una playlist brandizzata e perché funziona
Le branded playlists sono raccolte musicali curate da un brand e pubblicate su Spotify come parte della sua presenza ufficiale. Funzionano come strumento di branding non invasivo, perché:
- Trasmettono i valori del marchio attraverso la musica
- Creano connessioni emotive con i consumatori, associando il brand a momenti positivi e personali (allenamento, relax, festa)
- Stimolano engagement organico, con utenti che seguono, salvano e condividono le playlist
Esempi reali di brand che hanno utilizzato playlist
- Nike ha creato playlist tematiche legate ai diversi momenti dell’allenamento, in sinergia con le campagne per l’app Nike Training Club.
- Netflix ha realizzato playlist ispirate ai suoi show più popolari (es. “Stranger Things Official Playlist”) come estensione narrativa transmediale.
- Sephora ha curato raccolte musicali legate alla beauty routine, al self-care e al girl power, rafforzando il posizionamento lifestyle.
Come costruire una playlist coerente con la brand identity
- Partire dai valori del brand e dai suoi archetipi emozionali
- Definire un tone of sound coerente con il tone of voice
- Curare naming, copertina e descrizione in modo storytelling-driven
- Aggiornarla periodicamente per evitare effetto “morto”
Creare una playlist efficace non significa solo mettere insieme brani popolari, ma costruire un’esperienza sonora che possa diventare parte del rituale quotidiano dell’utente.
Branded Podcast / Sponsorizzazioni Podcast
Due strade: creare o sponsorizzare
Le aziende possono scegliere di creare un proprio podcast o sponsorizzare podcast esistenti:
- Creazione: ideale per brand che vogliono costruire thought leadership o narrazione profonda (es. contenuti formativi, interviste, storie di clienti).
- Sponsorizzazione: più adatta a campagne di awareness o product placement, inserendo uno spot all’interno di contenuti già consolidati con un’audience fidelizzata.
Il podcast come canale relazionale
Ascoltare un podcast è un atto intimo, spesso solitario, che avviene in cuffia e in momenti di calma o riflessione. Questo rende l’esperienza di ascolto molto diversa rispetto ad altri media:
- L’utente concede tempo prolungato e attenzione esclusiva
- I contenuti sono percepiti come meno pubblicitari e più editoriali
- La voce dell’host crea fiducia e credibilità, specialmente nei formati “host-read ads”
KPI e metriche per valutare l’efficacia
- Ascolti e completamento degli episodi (avg. listen-through rate)
- Engagement: condivisioni, salvataggi, iscrizioni al podcast
- CTA in coda agli episodi (visite a landing page, codici sconto)
- Sentiment analysis su recensioni, commenti, citazioni online
Nel medio periodo, i podcast si dimostrano ottimi strumenti di nurturing e fidelizzazione, specialmente se integrati in strategie content-driven o in percorsi educational (es. settori finance, healthcare, tech, wellness).
Strategie e use case per brand e aziende
Spotify non è semplicemente un canale pubblicitario: è un ecosistema esperienziale che permette ai brand di costruire relazioni sonore con i propri pubblici. Le opportunità strategiche variano a seconda degli obiettivi e del posizionamento del brand, ma possono essere ricondotte ad alcune macro-direttrici operative, applicabili sia nel B2C che nel B2B.
📣 Brand Awareness
Obiettivo: aumentare la notorietà presso pubblici specifici, valorizzando la memorabilità e la riconoscibilità del brand in contesti non invasivi.
Le campagne audio e video su Spotify sono ideali per costruire top-of-mind awareness, in particolare presso target demografici ben profilati e in momenti precisi della giornata. A differenza di un banner display, lo spot audio entra in modo fluido nel flusso dell’ascolto, generando maggiore attenzione emotiva e associativa.
✅ Esempio pratico:
Un brand di abbigliamento tecnico può lanciare una campagna audio rivolta a chi ascolta playlist “workout” o “running” nella fascia oraria 6–9 del mattino, con un messaggio motivazionale coerente con il momento e con un invito a visitare lo shop online.
📊 KPI: impression, completamento, brand recall, lift studies (in collaborazione con Spotify for Brands).
🎉 Event Marketing
Obiettivo: estendere l’impatto di eventi fisici o digitali attraverso una narrazione musicale o audio prima, durante e dopo l’evento.
Spotify permette di creare playlist dedicate a festival, fiere, open day, lanci di prodotto, rafforzando l’identità sonora dell’evento e mantenendo vivo il legame con i partecipanti anche dopo la chiusura dell’esperienza.
✅ Esempio pratico:
Un evento fieristico nel settore vino può lanciare una playlist Spotify con brani selezionati da ogni cantina partecipante, creando una mappa musicale del territorio da ascoltare prima della visita o come follow-up emozionale.
📌 Pro tip: includere QR code Spotify su badge, packaging o totem per facilitare l’accesso e aumentare l’engagement onsite.
🧠 Content Marketing
Obiettivo: offrire contenuti audio ad alto valore aggiunto per posizionarsi come brand autorevole e vicino ai bisogni del cliente.
Il podcast branded diventa un’estensione naturale della content strategy. Non è un contenuto promozionale, ma un contenuto editoriale che informa, ispira o intrattiene, mantenendo la coerenza con la value proposition del brand.
✅ Esempio pratico:
Un’azienda B2B nel settore dell’arredamento contract può sviluppare un podcast sulle tendenze dell’interior design per hotel e ristoranti, coinvolgendo architetti e clienti in conversazioni che raccontano i progetti realizzati.
🎙 Plus strategico: i podcast possono essere riutilizzati come articoli blog, short video, pillole social e newsletter, creando un ecosistema di contenuti multicanale.
🏢 Employer Branding
Obiettivo: rafforzare la cultura aziendale, attrarre talenti e favorire il senso di appartenenza.
Spotify può supportare strategie di comunicazione interna ed employer branding, offrendo strumenti alternativi ai canali tradizionali (intranet, newsletter). Le aziende possono:
- Creare playlist interne condivise tra team (es. “Office Vibes”, “Coding Flow”)
- Lanciare podcast aziendali con interviste, storie di dipendenti, aggiornamenti sul business
- Sponsorizzare contenuti audio su temi affini ai propri valori (diversità, sostenibilità, innovazione)
✅ Esempio pratico:
Una tech company che promuove la flessibilità e il lavoro ibrido può pubblicare un podcast mensile in cui leadership e team raccontano successi, sfide e life balance.
📌 Insight utile: Spotify consente anche di usare formati ADV per il targeting di studenti universitari o professionisti di un determinato settore, utile per attività di recruiting o promozione di employer reputation.
📍 Local Marketing
Obiettivo: promuovere offerte, eventi o punti vendita fisici in aree geografiche ben definite, con comunicazioni audio geolocalizzate.
Spotify offre targeting per area geografica estremamente preciso, utile per attività retail, GDO, franchising o eventi locali. È possibile attivare campagne che promuovono promozioni attive nei negozi fisici o esperienze live, parlando alla comunità locale con tono e timing personalizzati.
✅ Esempio pratico:
Una catena di supermercati può attivare una campagna audio localizzata in una provincia per promuovere l’apertura di un nuovo punto vendita, con spot che citano il nome della città e l’indirizzo.
📊 KPI chiave: CTR verso mappe, click-to-call, footfall (in combinazione con strumenti di misurazione offline).
Queste strategie, se ben integrate all’interno di un funnel omnicanale, permettono a Spotify di amplificare il messaggio del brand, rafforzare la relazione con gli utenti e differenziarsi rispetto alla comunicazione standardizzata e impersonale dei canali iper-saturi.
Quando ha senso integrare Spotify nella tua strategia digital
Come ogni strumento di comunicazione, anche Spotify non è la soluzione universale: va scelto e integrato in modo coerente rispetto alla brand strategy, agli obiettivi e ai comportamenti del proprio pubblico. Esistono però alcuni segnali strategici ricorrenti che indicano un’elevata compatibilità tra brand e piattaforma. Vediamoli nel dettaglio.
🔊 Se il tuo brand ha già una chiara identità sonora (o vuole costruirla)
Il potenziale di Spotify si esprime al massimo quando il brand è già in grado di comunicare attraverso il suono: una voice identity definita, uno stile musicale coerente con i valori, oppure un tone of voice riconoscibile anche in versione parlata. Se questa identità sonora non esiste ancora, Spotify può diventare il contesto ideale per iniziare a svilupparla, sperimentando con playlist, spot audio e contenuti narrativi.
📌 Esempio operativo: un brand sostenibile può costruire una sonic identity naturale e rilassante, associando ogni categoria di prodotto a una playlist connessa a mood come “green”, “slow living”, “naturalezza”.
🎯 Perché è rilevante: in un mondo visivo ipercompetitivo, il suono è un vettore distintivo ancora non saturato e capace di evocare emozioni profonde.
👥 Se il tuo pubblico è giovane, multitasker e mobile-first
Spotify è fortemente utilizzato da fasce demografiche chiave per molte aziende, in particolare:
- Gen Z (18–24): esploratori digitali, abituati a esperienze audio personalizzate
- Millennial (25–39): grandi consumatori di podcast e utenti multitasking
- Professionisti 35–49: pubblico crescente per contenuti educativi e podcast tematici
Inoltre, oltre il 75% dell’uso di Spotify avviene da mobile, rendendolo un canale ideale per comunicare durante momenti di movimento, attesa, commuting o attività quotidiane (sport, cucina, lavoro).
📊 Insight tecnico: i dati di comportamento (mood, device, orario) consentono campagne contestualizzate e intelligenti, che rispettano il tempo e la predisposizione dell’utente.
🧭 Se vuoi differenziarti da competitor fossilizzati sui canali tradizionali
In molti settori, le aziende competono ancora su asset visivi statici (siti vetrina, post social, newsletter) e usano il digital come estensione pubblicitaria lineare. Integrare Spotify nella propria strategia permette di uscire da questo schema, posizionandosi come un brand innovativo, sensibile al contesto e capace di creare esperienze multisensoriali.
✅ Esempio concreto: un’azienda di cosmetica che pubblica solo post su Instagram entra in un territorio più autentico se, ad esempio, crea una playlist per la skincare serale o un podcast di beauty education.
🚀 Vantaggio strategico: essere early adopter in una categoria ancora poco presidiata crea un effetto “first mover” che aumenta la memorabilità e il differenziale competitivo.
❤️ Se vuoi creare una relazione più profonda e meno “push” con il tuo target
Spotify, a differenza di molti altri canali ADV, non interrompe l’esperienza dell’utente: la accompagna. Questo cambia radicalmente la dinamica del messaggio:
- L’utente è meno in difensiva, più ricettivo
- Il brand può adottare un tono più narrativo e umano
- Le campagne possono fare leva su emozioni, atmosfera, intimità
🧠 Insight psicologico: l’ascolto in cuffia (soprattutto di podcast) è una delle forme di attenzione più immersive e relazionali, quasi comparabile alla lettura.
🎯 Obiettivo strategico: se il tuo brand punta a creare legami duraturi, a costruire fiducia o a trasferire valori complessi, Spotify è un canale formidabile per superare il rumore e generare connessioni vere.
In sintesi, integrare Spotify ha senso quando il tuo approccio alla comunicazione è evoluto, sensibile alla qualità dell’interazione e orientato alla costruzione di valore nel tempo. Non è solo un canale in più, ma una leva di posizionamento, un linguaggio, uno spazio di relazione che pochi stanno ancora sfruttando davvero.
KPI e misurazione delle performance
Misurare le performance su Spotify significa andare oltre il semplice conteggio delle visualizzazioni o dei clic: la piattaforma richiede un modello di misurazione integrato, capace di cogliere sia l’impatto immediato delle campagne, sia il valore relazionale e reputazionale costruito nel tempo.
Di seguito una panoramica dei principali KPI da considerare, suddivisi per area e obiettivo.
📊 1. KPI quantitativi – per ADV e campagne sponsorizzate
Queste metriche sono disponibili direttamente da Spotify Ad Studio o tramite piattaforme di tracciamento integrato con Spotify for Brands. Offrono un primo livello di lettura, utile per confrontare le performance con quelle di altri canali paid.
- Impression: numero di volte in cui lo spot (audio, video o display) è stato erogato.
- Ascolti completati (Completion Rate): percentuale di utenti che hanno ascoltato lo spot audio/video fino alla fine – fondamentale per valutare la qualità del messaggio e il suo livello di engagement passivo.
- CTR (Click-Through Rate): percentuale di utenti che ha cliccato sul banner o sul companion visual associato allo spot.
- Frequenza di esposizione (Frequency): media di quante volte lo stesso utente è stato esposto allo spot – utile per valutare la pressione pubblicitaria.
📌 Insight tecnico: Spotify consente A/B test su script e voiceover per ottimizzare CTR e completion rate già in fase di sperimentazione.
🎧 2. KPI di engagement diretto – per playlist e contenuti organici
Nel caso di branded playlist o contenuti editoriali, le metriche cambiano natura: qui conta l’interazione reale con il contenuto, non solo la sua visibilità.
- Numero di follower della playlist: indicatore diretto di interesse e fidelizzazione.
- Salvataggi della playlist: segnala che l’utente vuole ascoltarla più volte, quindi la considera rilevante.
- Condivisioni e incorporamenti (embed): diffusione virale e uso trasversale su altri canali (es. siti, newsletter, social).
- Tempo medio di ascolto (play-through rate): soprattutto utile nei podcast o nelle playlist tematiche, per capire se l’utente rimane immerso o abbandona presto.
📌 Tool consigliati: strumenti come Chartable o Podtrac possono aiutare ad analizzare le performance dei podcast con maggior granularità.
❤️ 3. KPI qualitativi – Brand lift e sentiment analysis
Spotify, in collaborazione con agenzie partner (es. Nielsen, Kantar), offre la possibilità di misurare il brand lift, ovvero l’impatto percepito della campagna su:
- Notorietà spontanea e assistita
- Preferenza di marca
- Intenzione di acquisto
- Associazione valoriale (es. “innovativo”, “sostenibile”, “empatico”)
In parallelo, è possibile analizzare il sentiment attorno ai contenuti branded (soprattutto podcast) attraverso social listening, analisi semantica delle recensioni, commenti e citazioni su blog e community.
🎯 Insight utile: a differenza dei social tradizionali, Spotify crea legami più profondi ma meno visibili: serve monitorare l’effetto secondario sui canali esterni.
🔁 4. Conversioni indirette – attribution model esteso
Spotify non è un canale di conversione diretta nel senso classico del funnel (es. e-commerce), ma può influenzare in modo decisivo le fasi di awareness, consideration e preference. Per questo è utile costruire modelli di misurazione che traccino:
- Brand recall nelle survey post-campagna
- Incremento del traffico branded su Google (es. ricerche su nome brand dopo la campagna)
- Interazioni post-ascolto (es. aumento follower Instagram, iscrizioni newsletter)
- Conversioni assistite su canali diversi (tracciabili via Google Analytics 4 con modelli multicanale)
📌 Modello consigliato: utilizzare tag UTM specifici per ogni campagna Spotify, e includere l’audio all’interno di modelli di attribution “first touch” e “time decay”.
✅ In sintesi: la misurazione su Spotify deve essere ibrida e personalizzata

Spotify è un canale dove l’impatto è spesso “sotto traccia” ma estremamente potente, soprattutto per chi sa leggerne i segnali con gli strumenti giusti.
Come iniziare: consigli pratici
Integrare Spotify nella propria strategia digitale non richiede investimenti colossali né infrastrutture complesse, ma va fatto con metodo, visione e coerenza strategica. Qui trovi una guida step-by-step con i principali consigli per partire con il piede giusto e trasformare l’audio in un asset concreto di marketing.
🎼 1. Sviluppare una sonic identity coerente
Prima di tutto, serve rispondere a una domanda: che suono ha il tuo brand?
La sonic identity è l’equivalente sonoro della tua brand identity visiva: racchiude il tono, il ritmo, l’emozione e il mood che vuoi trasmettere.
✅ Cosa fare:
- Definire mood musicali coerenti con i tuoi valori e archetipi di brand.
- Stabilire un tone of voice audio: emozionale, informativo, ispirazionale?
- Valutare la possibilità di creare un sound logo (jingle) o un’identità vocale ricorrente nei contenuti.
🎯 Perché è importante: l’audio deve essere riconoscibile e coerente in ogni formato, dalla playlist al podcast, dallo spot pubblicitario alla voiceover su video.
🎯 2. Impostare obiettivi misurabili e realistici
Come ogni canale, anche Spotify va gestito all’interno di una logica di performance e KPI. Gli obiettivi devono essere:
- Allineati al funnel (es. awareness, engagement, consideration)
- Misurabili con tool nativi (Ad Studio) o integrati (Google Analytics, Chartable)
- Realistici in relazione al budget, al pubblico e al formato scelto
📌 Esempio: non aspettarti conversioni immediate da una campagna audio di awareness. Concentrati piuttosto su completion rate, brand recall e traffico branded.
🧪 3. Testare con Spotify Ad Studio prima di grandi investimenti
Una delle migliori notizie per chi vuole iniziare è la possibilità di sperimentare in modo accessibile e autonomo con lo strumento self-service di Spotify: Ad Studio.
✅ Cosa puoi fare:
- Impostare campagne audio, video o display con pochi click
- Usare il generatore automatico di spot con speaker professionisti
- Impostare targeting comportamentale e geografico preciso
- Lavorare su piccoli budget (a partire da 250€)
🎯 Obiettivo: validare il canale, i messaggi e il tono, prima di pianificare campagne su scala.
🤝 4. Collaborare con creator e host già attivi
Se non hai le risorse per creare contenuti audio originali da zero, una strategia alternativa è entrare in spazi già esistenti, sponsorizzando contenuti o collaborando con host affermati.
✅ Forme di collaborazione:
- Sponsorizzazione di un podcast affino ai tuoi valori
- Creazione di un episodio speciale in co-branding
- Host-read ads (dove è l’host a leggere lo spot, aumentando la credibilità)
📌 Vantaggio competitivo: sfrutti community già attivate, con fiducia e ascolto consolidati, senza dover costruire da zero una base di pubblico.
🔗 5. Integrare Spotify nel funnel e nei touchpoint esistenti
Spotify non deve essere un canale isolato: la sua forza emerge quando viene connesso in modo intelligente agli altri strumenti di marketing.
✅ Esempi di integrazione:
- Inserire QR code Spotify su packaging, brochure, badge evento
- Includere call to action audio che rimandano a una landing page dedicata
- Creare adv crossmediali in sinergia con campagne social, email e SEM
- Aggiungere la playlist aziendale nella firma email o nella pagina “Chi siamo”
🎯 Obiettivo strategico: fare in modo che Spotify sia parte attiva del customer journey, creando punti di contatto emotivi e memorabili nei diversi momenti della relazione.
Spotify non è solo una piattaforma di streaming musicale o un canale pubblicitario alternativo: è uno spazio culturale vivo, abitato da milioni di persone che ogni giorno cercano ispirazione, emozione, compagnia. In questo contesto, i brand possono scegliere se essere semplici spettatori o diventare presenze significative, capaci di inserirsi nel flusso di ascolto con rispetto, rilevanza e valore.
Investire in una strategia audio non significa solo “parlare in cuffia”, ma costruire esperienze di marca memorabili, dove il suono diventa strumento di connessione, differenziazione e autenticità. In un panorama digitale sempre più visivo, intrusivo e saturo, l’audio rappresenta un territorio ancora vergine e profondamente umano, in cui è possibile distinguersi in modo originale.
🎙️ È tempo di ascoltare, sì.
Ma è soprattutto tempo di farsi ascoltare.
Hai mai pensato a come potrebbe suonare il tuo brand?
Se vuoi esplorare nuove possibilità audio per la tua comunicazione, contattaci.
Progettiamo insieme una strategia su misura per Spotify — e non solo — per aiutarti a raggiungere le persone quando sono più ricettive, più coinvolte, più vere.

Stractegy
Crediamo in un futuro dove ogni azienda possa sfruttare il potere della strategia digitale per raggiungere i propri obiettivi di business. Vogliamo essere il partner di fiducia che guida le aziende attraverso questo percorso, combinando innovazione, tecnologia e creatività.