Come intercettare la cultura su YouTube
Come intercettare (e guidare) la cultura su YouTube: 5 tendenze da conoscere per chi fa marketing oggi
YouTube non è solo una piattaforma di intrattenimento: è un ecosistema culturale vivo, dove si formano opinioni, nascono linguaggi e si consolidano community globali.
In un’epoca in cui attenzione e coinvolgimento sono le nuove metriche del valore, saper leggere i trend di YouTube è fondamentale per costruire strategie rilevanti e durature.
Questo articolo raccoglie 5 tendenze strutturali in atto sulla piattaforma, con esempi e suggerimenti strategici per brand e aziende.
- Franchising digitali: i nuovi universi narrativi nascono online
- Shorts e audio culture: la scoperta musicale passa dai video brevi
- Il gaming come linguaggio (non solo come vertical)
- L’informazione e l’intrattenimento passano dai creator
- Partecipazione attiva: il pubblico non guarda, partecipa
- Come attivare i trend YouTube

Franchising digitali: i nuovi universi narrativi nascono online
YouTube sta dando vita a franchising nativi digitali capaci di generare miliardi di visualizzazioni, merchandising, fanart, contenuti secondari e community attive.
Non si tratta solo di creator di successo, ma di mondi narrativi (serie, personaggi, estetiche, format) che funzionano come veri e propri brand multicanale.
🎯 Perché è rilevante:
Un brand oggi può scegliere di:
inserirsi in questi ecosistemi (sponsorship, placement, collaborazioni)
creare il proprio micro-franchising, sviluppando contenuti originali coerenti con la sua identità
💡 Strategia utile: pensare a un format video seriale che evolva nel tempo, crei appuntamenti e attivi la fanbase come co-autrice (Q&A, fan challenge, contenuti remixabili).
Shorts e audio culture: la scoperta musicale passa dai video brevi
Gli YouTube Shorts sono oggi una delle principali leve per la scoperta di brani musicali, artisti emergenti e micro-trend locali.
Bastano pochi secondi per attivare migliaia di contenuti generati dagli utenti e creare una micro-tendenza virale.
🎯 Perché è rilevante:
Lo short non è solo un “contenuto mordi e fuggi”: è una leva di discoverability che influenza anche altri canali (Spotify, TikTok, Reels) e le ricerche Google.
💡 Strategia utile: per brand legati alla musica, al lifestyle o al fashion, creare snippet audio o visuali riutilizzabili può attivare community spontanee e campagne organiche.
Il gaming come linguaggio (non solo come vertical)
Giochi come Minecraft, Roblox, Fortnite e altri stanno diventando linguaggi culturali condivisi, dove la creatività si esprime attraverso gameplay, roleplay, storytelling, meme e tutorial.
Anche chi non gioca li riconosce e li consuma. YouTube è il punto di incontro tra queste tribù digitali.
🎯 Perché è rilevante:
I brand che collaborano con creator gaming non sponsorizzano solo un gioco: entrano in contatto con comunità forti, autoironiche, coese e altissimamente attive.
💡 Strategia utile: sviluppare attivazioni cross-game, che sfruttano personaggi, skin, sfide, sound o logiche tipiche del mondo gaming, anche fuori dal contesto dei videogiochi.
L’informazione e l’intrattenimento passano dai creator
I creator oggi non sono solo influencer: sono veri e propri editori nativi digitali. Parlano di sport, attualità, cultura pop, eventi globali. E il loro pubblico li riconosce come voce autorevole e credibile.
Questo vale in particolar modo per le fasce giovani e per i mercati in cui la TV lineare è ormai marginale.
🎯 Perché è rilevante:
I brand possono diventare facilitatori di contenuto: affiancarsi ai creator non solo per promuovere prodotti, ma per sostenere format, storie, approfondimenti che il pubblico cerca.
💡 Strategia utile: co-produrre format video con creator verticali (sport, attualità, educational, moda) legando il brand a un contenuto di valore senza forzature commerciali.
Partecipazione attiva: il pubblico non guarda, partecipa
Lo spettatore su YouTube non è passivo. Vuole interagire, commentare, remixare, entrare nel contenuto. I trend legati a make-up, transizioni, tutorial, danza, storytelling o gameplay sono alimentati dalla partecipazione.
🎯 Perché è rilevante:
Ogni contenuto può diventare una call to action creativa, che genera nuovi contenuti (UGC), rafforza la community e aumenta l’impatto del brand.
💡 Strategia utile: lanciare challenge o format aperti, incentivare il remix, premiare le risposte della community. Coinvolgere, non solo comunicare.
Come attivare i trend YouTube
Crea un format proprietario ispirato ai franchising digitali
I creator che riescono a costruire universi narrativi duraturi non improvvisano: progettano format riconoscibili, seriali, coerenti.
Anche un brand può farlo, partendo da ciò che lo rende unico.
🛠 Cosa fare:
Scegli un tone of voice e uno stile visivo chiaro
Definisci una rubrica video ricorrente (con un titolo, un tema e una struttura fissa)
Crea aspettativa: pubblica in modo regolare, fai teaser e coinvolgi la community tra un episodio e l’altro
🎯 Obiettivo: aumentare la fidelizzazione e l’awareness, posizionandoti come publisher di contenuti, non solo come advertiser.
Integra gli Shorts nella tua strategia di contenuto
Gli Shorts non sono solo un formato da presidiare “per stare al passo”: sono una leva strategica per far scoprire il tuo brand, in modo organico e creativo.
🛠 Cosa fare:
Sfrutta gli Shorts per raccontare micro-momenti (dietro le quinte, reaction, product drop)
Inserisci musiche, trend visivi e testi on-screen rilevanti
Collega gli Shorts ai long-form video con CTA e link nella descrizione
🎯 Obiettivo: massimizzare la reach e attivare nuovi segmenti, partendo da contenuti agili e coinvolgenti.
Lavora con creator gaming anche se non sei un brand gaming
L’universo dei giochi è una grammatica culturale trasversale. Puoi attivarla anche per contenuti che parlano di moda, food, tech, education, sport.
🛠 Cosa fare:
Identifica creator che usano Roblox, Minecraft o simili in modo creativo e non convenzionale
Sviluppa contenuti ibridi: tutorial + entertainment, gameplay + storytelling
Coinvolgi la community con elementi giocosi (challenge, premi, livelli di interazione)
🎯 Obiettivo: entrare nei mondi della Gen Z e Alpha con codici nativi e linguaggi visuali condivisi.
Co-progetta contenuti con creator editoriali
L’informazione, lo sport, la cultura pop e i grandi eventi sono sempre più raccontati dai creator. Il tuo brand può aiutare a produrre contenuti di valore, senza essere invasivo.
🛠 Cosa fare:
Individua creator con un pubblico affine al tuo (e una voce credibile)
Sviluppa una serie di contenuti sponsorizzati che aggiungano valore reale: analisi, approfondimenti, accesso esclusivo
Dai spazio al creator: non controllare il messaggio, ma co-progetta
🎯 Obiettivo: costruire fiducia, awareness e posizionamento in contesti ad alto engagement.
Attiva la community: non parlare, coinvolgi
YouTube è pieno di contenuti da guardare, ma i brand che crescono sono quelli che invitano a partecipare. I commenti, i remix, le reaction, i contest sono parte integrante dell’esperienza.
🛠 Cosa fare:
Lancia micro-challenge su Shorts (es. “rifai questo look”, “prova questa ricetta”, “mostra la tua versione”)
Fai domande nel video e rispondi nei commenti
Usa il tab “Community” per postare sondaggi, teaser, meme o Q&A
🎯 Obiettivo: trasformare gli spettatori in partecipanti attivi, rafforzando l’engagement e la loyalty.
Chi oggi comunica su YouTube non può più pensare in termini di formati statici o strategie una tantum.
YouTube è un ecosistema vivo, che cambia ogni giorno con l’arrivo di nuovi trend, nuove community, nuovi linguaggi. E chi riesce davvero a emergere non è solo chi ha più budget, ma chi sperimenta di più.
👉 Testare formati
👉 Osservare come reagisce il pubblico
👉 Adattare tono, ritmo, durata
👉 Ascoltare i segnali deboli che arrivano dai commenti, dai remix, dalle reaction
👉 Sbagliare in fretta per imparare prima
Il mindset vincente oggi è quello del creative test & learn: progettare contenuti pensando che ognuno di essi è un esperimento, non un prodotto finito.
In un mondo in cui le piattaforme cambiano, gli algoritmi si evolvono e i pubblici migrano, YouTube resta un terreno fertile per chi ha il coraggio di creare, osservare e migliorare costantemente.
Non cercare il format perfetto: costruiscilo mentre sperimenti.
Non aspettare di avere tutto chiaro: lancia, misura, impara.
Non inseguire i trend: entra in conversazione con ciò che le persone vivono, guardano, creano.
YouTube è un luogo dove la cultura prende forma. Il tuo brand può essere uno spettatore… oppure un protagonista.

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Brand in cuffia: come Spotify può diventare un canale strategico per la tua comunicazione
Brand in cuffia: come Spotify può diventare un canale strategico per la tua comunicazione

Introduzione
Negli ultimi anni abbiamo assistito a un’evoluzione significativa nelle abitudini di fruizione dei contenuti digitali. Mentre l’attenzione su schermo diminuisce e i consumatori diventano sempre più multitasking, il formato audio ha guadagnato terreno in modo costante e silenzioso, diventando un pilastro nella dieta mediale quotidiana. Che si tratti di ascoltare una playlist durante l’allenamento, un podcast in auto o una selezione di brani mentre si lavora, l’audio ha assunto un ruolo centrale nella costruzione di esperienze di valore.
Spotify, in particolare, si è affermata come piattaforma di riferimento a livello globale. Con oltre 602 milioni di utenti attivi mensili nel mondo (dati Q4 2024), di cui circa 236 milioni nella versione free supportata da pubblicità, rappresenta oggi uno degli ambienti più promettenti per i brand in cerca di spazi non saturi e altamente targettizzati. In Italia, il numero di utenti mensili supera i 14 milioni, con una penetrazione significativa nelle fasce 18-34 anni, ma in crescita anche tra i 35-54.
A fare la differenza è il tempo medio di ascolto: secondo le rilevazioni più recenti, l’utente tipo trascorre oltre 2 ore al giorno su Spotify, spesso in momenti in cui altri formati pubblicitari risultano inefficaci o invasivi (mentre si guida, si cucina, si cammina). Questo genera un’opportunità straordinaria per le aziende: intercettare le persone in contesti di fruizione rilassata e prolungata, dove il messaggio audio può essere percepito come parte integrante dell’esperienza, e non come interruzione.
Eppure, nonostante questi dati, Spotify rimane un canale ancora sottoutilizzato all’interno delle strategie di comunicazione digitali, soprattutto tra le PMI e i brand non orientati alla sperimentazione. Spesso, il focus si concentra su canali più affollati e competitivi (Meta, Google, TikTok), perdendo l’opportunità di costruire una relazione sonora con il proprio pubblico.
Con questo articolo vogliamo aprire una finestra su Spotify come canale strategico, illustrando i principali strumenti a disposizione, i formati pubblicitari, le opportunità creative offerte da playlist e podcast, e alcuni use case concreti. L’obiettivo è fornire una visione strategica e operativa di come integrare Spotify in un ecosistema di comunicazione omnicanale, per aumentare brand awareness, engagement autentico e, in alcuni casi, anche conversione.
Perché considerare Spotify nella strategia di comunicazione
Da visual a audio-first: il cambiamento delle abitudini mediali
Negli ultimi cinque anni, il consumo audio ha registrato una crescita costante, in parallelo a un fenomeno sempre più evidente: l’inversione del paradigma da visual-first ad audio-first, soprattutto in contesti di mobilità e multitasking. La generazione Z e i Millennial, in particolare, mostrano un comportamento mediale fluido: mentre navigano sullo smartphone, cucinano, lavorano o si allenano, scelgono l’audio come canale principale di intrattenimento e informazione. Questo scenario offre un vantaggio chiave: l’audio non compete per lo spazio visivo, ma si inserisce in momenti “white” della giornata, prima inaccessibili alla comunicazione digitale.
Spotify, come piattaforma audio, capitalizza su questo nuovo comportamento, diventando una porta d’accesso privilegiata per parlare al pubblico in modo meno intrusivo, ma più continuo e relazionale.
Il suono come leva strategica di brand identity
Nel marketing moderno, ogni touchpoint contribuisce a costruire l’identità del brand. Se la dimensione visiva è ormai satura (loghi, font, colori, visual storytelling), il suono rappresenta oggi uno degli ultimi territori distintivi ancora poco esplorati. L’identità sonora (sound logo, tono di voce, playlist editoriali, podcast narrati) permette di rafforzare la memorabilità del brand, aumentare la coerenza nei touchpoint digitali e costruire un legame emotivo più profondo.
Grandi brand come McDonald’s, Netflix o Intel hanno da tempo investito in sonic branding, ma anche aziende di medie dimensioni possono trarne vantaggio attraverso esperienze sonore personalizzate e campagne audio ben progettate su Spotify.
Il valore del tempo di ascolto e dell’attenzione immersiva
In un ecosistema di comunicazione in cui il tempo medio di attenzione si riduce drasticamente (meno di 8 secondi sui social), Spotify offre una rarissima opportunità: catturare attenzione continua e immersiva per 15, 30 o anche 60 secondi. Quando un utente ascolta un contenuto, l’interruzione pubblicitaria viene spesso percepita come parte del flusso, soprattutto se ben integrata per tono, linguaggio e target.
Questa immersione produce una qualità di attenzione superiore, che può essere misurata con metriche come il completion rate, il brand recall e l’intenzione d’acquisto post-esposizione. In alcuni studi interni di Spotify, l’audio ADV ha registrato performance comparabili (se non superiori) a formati video preroll, con un costo per impatto spesso inferiore.
Un’alternativa ai canali saturi: meno competizione, più impatto
Le piattaforme social e il display advertising sono oggi spazi affollati, dove i costi per clic e impression sono in costante aumento e la battaglia per l’attenzione si gioca su frazioni di secondo. In questo contesto, Spotify rappresenta un ambiente meno congestionato, in cui i brand possono emergere con maggiore chiarezza e creatività.
Non si tratta solo di evitare la saturazione, ma di riposizionare il brand in un contesto più “pulito”, intimo, umano. Mentre su Instagram o YouTube il brand deve “urlare” per farsi notare, su Spotify può sussurrare qualcosa di significativo, nel momento giusto, alla persona giusta.
I principali strumenti offerti da Spotify ai brand
Spotify non è semplicemente una piattaforma per ascoltare musica: è un ecosistema complesso che mette a disposizione dei brand una suite di strumenti pubblicitari e creativi capaci di intercettare target profilati con una profondità simile (se non superiore) a quella di Meta o Google. Le possibilità spaziano dalla pubblicità audio classica a esperienze branded completamente integrate nel contesto di ascolto dell’utente.
Spotify Advertising
Formati disponibili: audio, video e display
Spotify offre una gamma di formati pubblicitari pensati per integrarsi in modo nativo nel flusso d’ascolto:
- Audio Ads: spot di 15 o 30 secondi che vengono riprodotti tra un brano e l’altro su account gratuiti. Spesso accompagnati da un visual (companion banner) cliccabile su mobile e desktop. Sono il formato core e quello che garantisce l’ascolto immersivo.
- Video Ads: disponibili come Video Takeover (desktop) o Vertical Video (mobile), vengono mostrati solo quando l’utente è attivo e con schermo visibile, massimizzando la viewability.
- Display Overlay e Homepage Takeover: banner statici o dinamici visibili su desktop e mobile, posizionati strategicamente per attrarre l’attenzione di utenti attivi.
- Sponsored Sessions: formati premium che offrono all’utente 30 minuti di ascolto senza interruzioni pubblicitarie in cambio della visione di un video interattivo (perfetto per engagement e branding positivo).
Targeting avanzato e contestualizzazione intelligente
Uno dei principali punti di forza di Spotify ADV è la possibilità di sfruttare dati comportamentali altamente granulari. I brand possono targettizzare campagne in base a:
- Dati demografici (età, genere, lingua)
- Dispositivo utilizzato (smartphone, desktop, smart TV, console)
- Momenti della giornata o della settimana (es. “commute”, “workout”, “relax”)
- Mood e attività (es. “party”, “studio”, “chill”)
- Genere musicale preferito (hip hop, indie, jazz, pop ecc.)
- Abitudini d’ascolto ricorrenti (es. chi ascolta podcast al mattino + workout al pomeriggio)
Questa segmentazione permette di creare messaggi audio altamente contestualizzati, con una capacità di rilevanza molto superiore a quella degli spot radio tradizionali.
Spotify Ad Studio: advertising self-service anche per PMI
Spotify ha reso accessibile il proprio ecosistema pubblicitario anche alle piccole e medie imprese grazie a Spotify Ad Studio, una piattaforma self-service che consente di:
- Creare campagne in pochi passaggi (upload o creazione dello script incluso)
- Scegliere target, budget e durata
- Ottenere supporto gratuito per la registrazione dello spot audio, con speaker professionisti e sound design personalizzabile
- Monitorare le performance con metriche dettagliate (impression, reach, completion rate, CTR)
Il budget minimo è ridotto (a partire da circa 250€), rendendo Spotify uno strumento esplorabile anche per realtà locali o verticali di nicchia
Branded Playlists
Cos’è una playlist brandizzata e perché funziona
Le branded playlists sono raccolte musicali curate da un brand e pubblicate su Spotify come parte della sua presenza ufficiale. Funzionano come strumento di branding non invasivo, perché:
- Trasmettono i valori del marchio attraverso la musica
- Creano connessioni emotive con i consumatori, associando il brand a momenti positivi e personali (allenamento, relax, festa)
- Stimolano engagement organico, con utenti che seguono, salvano e condividono le playlist
Esempi reali di brand che hanno utilizzato playlist
- Nike ha creato playlist tematiche legate ai diversi momenti dell’allenamento, in sinergia con le campagne per l’app Nike Training Club.
- Netflix ha realizzato playlist ispirate ai suoi show più popolari (es. “Stranger Things Official Playlist”) come estensione narrativa transmediale.
- Sephora ha curato raccolte musicali legate alla beauty routine, al self-care e al girl power, rafforzando il posizionamento lifestyle.
Come costruire una playlist coerente con la brand identity
- Partire dai valori del brand e dai suoi archetipi emozionali
- Definire un tone of sound coerente con il tone of voice
- Curare naming, copertina e descrizione in modo storytelling-driven
- Aggiornarla periodicamente per evitare effetto “morto”
Creare una playlist efficace non significa solo mettere insieme brani popolari, ma costruire un’esperienza sonora che possa diventare parte del rituale quotidiano dell’utente.
Branded Podcast / Sponsorizzazioni Podcast
Due strade: creare o sponsorizzare
Le aziende possono scegliere di creare un proprio podcast o sponsorizzare podcast esistenti:
- Creazione: ideale per brand che vogliono costruire thought leadership o narrazione profonda (es. contenuti formativi, interviste, storie di clienti).
- Sponsorizzazione: più adatta a campagne di awareness o product placement, inserendo uno spot all’interno di contenuti già consolidati con un’audience fidelizzata.
Il podcast come canale relazionale
Ascoltare un podcast è un atto intimo, spesso solitario, che avviene in cuffia e in momenti di calma o riflessione. Questo rende l’esperienza di ascolto molto diversa rispetto ad altri media:
- L’utente concede tempo prolungato e attenzione esclusiva
- I contenuti sono percepiti come meno pubblicitari e più editoriali
- La voce dell’host crea fiducia e credibilità, specialmente nei formati “host-read ads”
KPI e metriche per valutare l’efficacia
- Ascolti e completamento degli episodi (avg. listen-through rate)
- Engagement: condivisioni, salvataggi, iscrizioni al podcast
- CTA in coda agli episodi (visite a landing page, codici sconto)
- Sentiment analysis su recensioni, commenti, citazioni online
Nel medio periodo, i podcast si dimostrano ottimi strumenti di nurturing e fidelizzazione, specialmente se integrati in strategie content-driven o in percorsi educational (es. settori finance, healthcare, tech, wellness).
Strategie e use case per brand e aziende
Spotify non è semplicemente un canale pubblicitario: è un ecosistema esperienziale che permette ai brand di costruire relazioni sonore con i propri pubblici. Le opportunità strategiche variano a seconda degli obiettivi e del posizionamento del brand, ma possono essere ricondotte ad alcune macro-direttrici operative, applicabili sia nel B2C che nel B2B.
📣 Brand Awareness
Obiettivo: aumentare la notorietà presso pubblici specifici, valorizzando la memorabilità e la riconoscibilità del brand in contesti non invasivi.
Le campagne audio e video su Spotify sono ideali per costruire top-of-mind awareness, in particolare presso target demografici ben profilati e in momenti precisi della giornata. A differenza di un banner display, lo spot audio entra in modo fluido nel flusso dell’ascolto, generando maggiore attenzione emotiva e associativa.
✅ Esempio pratico:
Un brand di abbigliamento tecnico può lanciare una campagna audio rivolta a chi ascolta playlist “workout” o “running” nella fascia oraria 6–9 del mattino, con un messaggio motivazionale coerente con il momento e con un invito a visitare lo shop online.
📊 KPI: impression, completamento, brand recall, lift studies (in collaborazione con Spotify for Brands).
🎉 Event Marketing
Obiettivo: estendere l’impatto di eventi fisici o digitali attraverso una narrazione musicale o audio prima, durante e dopo l’evento.
Spotify permette di creare playlist dedicate a festival, fiere, open day, lanci di prodotto, rafforzando l’identità sonora dell’evento e mantenendo vivo il legame con i partecipanti anche dopo la chiusura dell’esperienza.
✅ Esempio pratico:
Un evento fieristico nel settore vino può lanciare una playlist Spotify con brani selezionati da ogni cantina partecipante, creando una mappa musicale del territorio da ascoltare prima della visita o come follow-up emozionale.
📌 Pro tip: includere QR code Spotify su badge, packaging o totem per facilitare l’accesso e aumentare l’engagement onsite.
🧠 Content Marketing
Obiettivo: offrire contenuti audio ad alto valore aggiunto per posizionarsi come brand autorevole e vicino ai bisogni del cliente.
Il podcast branded diventa un’estensione naturale della content strategy. Non è un contenuto promozionale, ma un contenuto editoriale che informa, ispira o intrattiene, mantenendo la coerenza con la value proposition del brand.
✅ Esempio pratico:
Un’azienda B2B nel settore dell’arredamento contract può sviluppare un podcast sulle tendenze dell’interior design per hotel e ristoranti, coinvolgendo architetti e clienti in conversazioni che raccontano i progetti realizzati.
🎙 Plus strategico: i podcast possono essere riutilizzati come articoli blog, short video, pillole social e newsletter, creando un ecosistema di contenuti multicanale.
🏢 Employer Branding
Obiettivo: rafforzare la cultura aziendale, attrarre talenti e favorire il senso di appartenenza.
Spotify può supportare strategie di comunicazione interna ed employer branding, offrendo strumenti alternativi ai canali tradizionali (intranet, newsletter). Le aziende possono:
- Creare playlist interne condivise tra team (es. “Office Vibes”, “Coding Flow”)
- Lanciare podcast aziendali con interviste, storie di dipendenti, aggiornamenti sul business
- Sponsorizzare contenuti audio su temi affini ai propri valori (diversità, sostenibilità, innovazione)
✅ Esempio pratico:
Una tech company che promuove la flessibilità e il lavoro ibrido può pubblicare un podcast mensile in cui leadership e team raccontano successi, sfide e life balance.
📌 Insight utile: Spotify consente anche di usare formati ADV per il targeting di studenti universitari o professionisti di un determinato settore, utile per attività di recruiting o promozione di employer reputation.
📍 Local Marketing
Obiettivo: promuovere offerte, eventi o punti vendita fisici in aree geografiche ben definite, con comunicazioni audio geolocalizzate.
Spotify offre targeting per area geografica estremamente preciso, utile per attività retail, GDO, franchising o eventi locali. È possibile attivare campagne che promuovono promozioni attive nei negozi fisici o esperienze live, parlando alla comunità locale con tono e timing personalizzati.
✅ Esempio pratico:
Una catena di supermercati può attivare una campagna audio localizzata in una provincia per promuovere l’apertura di un nuovo punto vendita, con spot che citano il nome della città e l’indirizzo.
📊 KPI chiave: CTR verso mappe, click-to-call, footfall (in combinazione con strumenti di misurazione offline).
Queste strategie, se ben integrate all’interno di un funnel omnicanale, permettono a Spotify di amplificare il messaggio del brand, rafforzare la relazione con gli utenti e differenziarsi rispetto alla comunicazione standardizzata e impersonale dei canali iper-saturi.
Quando ha senso integrare Spotify nella tua strategia digital
Come ogni strumento di comunicazione, anche Spotify non è la soluzione universale: va scelto e integrato in modo coerente rispetto alla brand strategy, agli obiettivi e ai comportamenti del proprio pubblico. Esistono però alcuni segnali strategici ricorrenti che indicano un’elevata compatibilità tra brand e piattaforma. Vediamoli nel dettaglio.
🔊 Se il tuo brand ha già una chiara identità sonora (o vuole costruirla)
Il potenziale di Spotify si esprime al massimo quando il brand è già in grado di comunicare attraverso il suono: una voice identity definita, uno stile musicale coerente con i valori, oppure un tone of voice riconoscibile anche in versione parlata. Se questa identità sonora non esiste ancora, Spotify può diventare il contesto ideale per iniziare a svilupparla, sperimentando con playlist, spot audio e contenuti narrativi.
📌 Esempio operativo: un brand sostenibile può costruire una sonic identity naturale e rilassante, associando ogni categoria di prodotto a una playlist connessa a mood come “green”, “slow living”, “naturalezza”.
🎯 Perché è rilevante: in un mondo visivo ipercompetitivo, il suono è un vettore distintivo ancora non saturato e capace di evocare emozioni profonde.
👥 Se il tuo pubblico è giovane, multitasker e mobile-first
Spotify è fortemente utilizzato da fasce demografiche chiave per molte aziende, in particolare:
- Gen Z (18–24): esploratori digitali, abituati a esperienze audio personalizzate
- Millennial (25–39): grandi consumatori di podcast e utenti multitasking
- Professionisti 35–49: pubblico crescente per contenuti educativi e podcast tematici
Inoltre, oltre il 75% dell’uso di Spotify avviene da mobile, rendendolo un canale ideale per comunicare durante momenti di movimento, attesa, commuting o attività quotidiane (sport, cucina, lavoro).
📊 Insight tecnico: i dati di comportamento (mood, device, orario) consentono campagne contestualizzate e intelligenti, che rispettano il tempo e la predisposizione dell’utente.
🧭 Se vuoi differenziarti da competitor fossilizzati sui canali tradizionali
In molti settori, le aziende competono ancora su asset visivi statici (siti vetrina, post social, newsletter) e usano il digital come estensione pubblicitaria lineare. Integrare Spotify nella propria strategia permette di uscire da questo schema, posizionandosi come un brand innovativo, sensibile al contesto e capace di creare esperienze multisensoriali.
✅ Esempio concreto: un’azienda di cosmetica che pubblica solo post su Instagram entra in un territorio più autentico se, ad esempio, crea una playlist per la skincare serale o un podcast di beauty education.
🚀 Vantaggio strategico: essere early adopter in una categoria ancora poco presidiata crea un effetto “first mover” che aumenta la memorabilità e il differenziale competitivo.
❤️ Se vuoi creare una relazione più profonda e meno “push” con il tuo target
Spotify, a differenza di molti altri canali ADV, non interrompe l’esperienza dell’utente: la accompagna. Questo cambia radicalmente la dinamica del messaggio:
- L’utente è meno in difensiva, più ricettivo
- Il brand può adottare un tono più narrativo e umano
- Le campagne possono fare leva su emozioni, atmosfera, intimità
🧠 Insight psicologico: l’ascolto in cuffia (soprattutto di podcast) è una delle forme di attenzione più immersive e relazionali, quasi comparabile alla lettura.
🎯 Obiettivo strategico: se il tuo brand punta a creare legami duraturi, a costruire fiducia o a trasferire valori complessi, Spotify è un canale formidabile per superare il rumore e generare connessioni vere.
In sintesi, integrare Spotify ha senso quando il tuo approccio alla comunicazione è evoluto, sensibile alla qualità dell’interazione e orientato alla costruzione di valore nel tempo. Non è solo un canale in più, ma una leva di posizionamento, un linguaggio, uno spazio di relazione che pochi stanno ancora sfruttando davvero.
KPI e misurazione delle performance
Misurare le performance su Spotify significa andare oltre il semplice conteggio delle visualizzazioni o dei clic: la piattaforma richiede un modello di misurazione integrato, capace di cogliere sia l’impatto immediato delle campagne, sia il valore relazionale e reputazionale costruito nel tempo.
Di seguito una panoramica dei principali KPI da considerare, suddivisi per area e obiettivo.
📊 1. KPI quantitativi – per ADV e campagne sponsorizzate
Queste metriche sono disponibili direttamente da Spotify Ad Studio o tramite piattaforme di tracciamento integrato con Spotify for Brands. Offrono un primo livello di lettura, utile per confrontare le performance con quelle di altri canali paid.
- Impression: numero di volte in cui lo spot (audio, video o display) è stato erogato.
- Ascolti completati (Completion Rate): percentuale di utenti che hanno ascoltato lo spot audio/video fino alla fine – fondamentale per valutare la qualità del messaggio e il suo livello di engagement passivo.
- CTR (Click-Through Rate): percentuale di utenti che ha cliccato sul banner o sul companion visual associato allo spot.
- Frequenza di esposizione (Frequency): media di quante volte lo stesso utente è stato esposto allo spot – utile per valutare la pressione pubblicitaria.
📌 Insight tecnico: Spotify consente A/B test su script e voiceover per ottimizzare CTR e completion rate già in fase di sperimentazione.
🎧 2. KPI di engagement diretto – per playlist e contenuti organici
Nel caso di branded playlist o contenuti editoriali, le metriche cambiano natura: qui conta l’interazione reale con il contenuto, non solo la sua visibilità.
- Numero di follower della playlist: indicatore diretto di interesse e fidelizzazione.
- Salvataggi della playlist: segnala che l’utente vuole ascoltarla più volte, quindi la considera rilevante.
- Condivisioni e incorporamenti (embed): diffusione virale e uso trasversale su altri canali (es. siti, newsletter, social).
- Tempo medio di ascolto (play-through rate): soprattutto utile nei podcast o nelle playlist tematiche, per capire se l’utente rimane immerso o abbandona presto.
📌 Tool consigliati: strumenti come Chartable o Podtrac possono aiutare ad analizzare le performance dei podcast con maggior granularità.
❤️ 3. KPI qualitativi – Brand lift e sentiment analysis
Spotify, in collaborazione con agenzie partner (es. Nielsen, Kantar), offre la possibilità di misurare il brand lift, ovvero l’impatto percepito della campagna su:
- Notorietà spontanea e assistita
- Preferenza di marca
- Intenzione di acquisto
- Associazione valoriale (es. “innovativo”, “sostenibile”, “empatico”)
In parallelo, è possibile analizzare il sentiment attorno ai contenuti branded (soprattutto podcast) attraverso social listening, analisi semantica delle recensioni, commenti e citazioni su blog e community.
🎯 Insight utile: a differenza dei social tradizionali, Spotify crea legami più profondi ma meno visibili: serve monitorare l’effetto secondario sui canali esterni.
🔁 4. Conversioni indirette – attribution model esteso
Spotify non è un canale di conversione diretta nel senso classico del funnel (es. e-commerce), ma può influenzare in modo decisivo le fasi di awareness, consideration e preference. Per questo è utile costruire modelli di misurazione che traccino:
- Brand recall nelle survey post-campagna
- Incremento del traffico branded su Google (es. ricerche su nome brand dopo la campagna)
- Interazioni post-ascolto (es. aumento follower Instagram, iscrizioni newsletter)
- Conversioni assistite su canali diversi (tracciabili via Google Analytics 4 con modelli multicanale)
📌 Modello consigliato: utilizzare tag UTM specifici per ogni campagna Spotify, e includere l’audio all’interno di modelli di attribution “first touch” e “time decay”.
✅ In sintesi: la misurazione su Spotify deve essere ibrida e personalizzata

Spotify è un canale dove l’impatto è spesso “sotto traccia” ma estremamente potente, soprattutto per chi sa leggerne i segnali con gli strumenti giusti.
Come iniziare: consigli pratici
Integrare Spotify nella propria strategia digitale non richiede investimenti colossali né infrastrutture complesse, ma va fatto con metodo, visione e coerenza strategica. Qui trovi una guida step-by-step con i principali consigli per partire con il piede giusto e trasformare l’audio in un asset concreto di marketing.
🎼 1. Sviluppare una sonic identity coerente
Prima di tutto, serve rispondere a una domanda: che suono ha il tuo brand?
La sonic identity è l’equivalente sonoro della tua brand identity visiva: racchiude il tono, il ritmo, l’emozione e il mood che vuoi trasmettere.
✅ Cosa fare:
- Definire mood musicali coerenti con i tuoi valori e archetipi di brand.
- Stabilire un tone of voice audio: emozionale, informativo, ispirazionale?
- Valutare la possibilità di creare un sound logo (jingle) o un’identità vocale ricorrente nei contenuti.
🎯 Perché è importante: l’audio deve essere riconoscibile e coerente in ogni formato, dalla playlist al podcast, dallo spot pubblicitario alla voiceover su video.
🎯 2. Impostare obiettivi misurabili e realistici
Come ogni canale, anche Spotify va gestito all’interno di una logica di performance e KPI. Gli obiettivi devono essere:
- Allineati al funnel (es. awareness, engagement, consideration)
- Misurabili con tool nativi (Ad Studio) o integrati (Google Analytics, Chartable)
- Realistici in relazione al budget, al pubblico e al formato scelto
📌 Esempio: non aspettarti conversioni immediate da una campagna audio di awareness. Concentrati piuttosto su completion rate, brand recall e traffico branded.
🧪 3. Testare con Spotify Ad Studio prima di grandi investimenti
Una delle migliori notizie per chi vuole iniziare è la possibilità di sperimentare in modo accessibile e autonomo con lo strumento self-service di Spotify: Ad Studio.
✅ Cosa puoi fare:
- Impostare campagne audio, video o display con pochi click
- Usare il generatore automatico di spot con speaker professionisti
- Impostare targeting comportamentale e geografico preciso
- Lavorare su piccoli budget (a partire da 250€)
🎯 Obiettivo: validare il canale, i messaggi e il tono, prima di pianificare campagne su scala.
🤝 4. Collaborare con creator e host già attivi
Se non hai le risorse per creare contenuti audio originali da zero, una strategia alternativa è entrare in spazi già esistenti, sponsorizzando contenuti o collaborando con host affermati.
✅ Forme di collaborazione:
- Sponsorizzazione di un podcast affino ai tuoi valori
- Creazione di un episodio speciale in co-branding
- Host-read ads (dove è l’host a leggere lo spot, aumentando la credibilità)
📌 Vantaggio competitivo: sfrutti community già attivate, con fiducia e ascolto consolidati, senza dover costruire da zero una base di pubblico.
🔗 5. Integrare Spotify nel funnel e nei touchpoint esistenti
Spotify non deve essere un canale isolato: la sua forza emerge quando viene connesso in modo intelligente agli altri strumenti di marketing.
✅ Esempi di integrazione:
- Inserire QR code Spotify su packaging, brochure, badge evento
- Includere call to action audio che rimandano a una landing page dedicata
- Creare adv crossmediali in sinergia con campagne social, email e SEM
- Aggiungere la playlist aziendale nella firma email o nella pagina “Chi siamo”
🎯 Obiettivo strategico: fare in modo che Spotify sia parte attiva del customer journey, creando punti di contatto emotivi e memorabili nei diversi momenti della relazione.
Spotify non è solo una piattaforma di streaming musicale o un canale pubblicitario alternativo: è uno spazio culturale vivo, abitato da milioni di persone che ogni giorno cercano ispirazione, emozione, compagnia. In questo contesto, i brand possono scegliere se essere semplici spettatori o diventare presenze significative, capaci di inserirsi nel flusso di ascolto con rispetto, rilevanza e valore.
Investire in una strategia audio non significa solo “parlare in cuffia”, ma costruire esperienze di marca memorabili, dove il suono diventa strumento di connessione, differenziazione e autenticità. In un panorama digitale sempre più visivo, intrusivo e saturo, l’audio rappresenta un territorio ancora vergine e profondamente umano, in cui è possibile distinguersi in modo originale.
🎙️ È tempo di ascoltare, sì.
Ma è soprattutto tempo di farsi ascoltare.
Hai mai pensato a come potrebbe suonare il tuo brand?
Se vuoi esplorare nuove possibilità audio per la tua comunicazione, contattaci.
Progettiamo insieme una strategia su misura per Spotify — e non solo — per aiutarti a raggiungere le persone quando sono più ricettive, più coinvolte, più vere.

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Crediamo in un futuro dove ogni azienda possa sfruttare il potere della strategia digitale per raggiungere i propri obiettivi di business. Vogliamo essere il partner di fiducia che guida le aziende attraverso questo percorso, combinando innovazione, tecnologia e creatività.
MarTech 2025: Tecnologie, Strategie e Trend per un Marketing Data-Driven
MarTech 2025: Tecnologie, Strategie e Trend per un Marketing Data-Driven
Negli ultimi anni, la tecnologia ha trasformato radicalmente il modo in cui le aziende pianificano, eseguono e misurano le proprie strategie di marketing. Il termine MarTech (Marketing Technology) rappresenta questo cambiamento: un insieme di strumenti e piattaforme che permettono ai brand di creare esperienze più efficaci, personalizzate e data-driven.
Ma cosa significa realmente MarTech? Quali sono le differenze con l’AdTech? E come possono le aziende costruire un MarTech Stack efficace per migliorare il proprio ROI?
In questo articolo, esploreremo:
- Cos’è il MarTech e come si differenzia dall’AdTech
- Le tecnologie chiave che stanno trasformando il marketing
- Come costruire un ecosistema MarTech efficace
- Trend e previsioni per il futuro del MarTech
Cos’è il MarTech e perché è cruciale nel 2025
Il termine MarTech si riferisce a tutti i software, strumenti e piattaforme utilizzati dai professionisti del marketing per pianificare, eseguire, misurare e ottimizzare le strategie digitali.
Queste tecnologie semplificano le operazioni di marketing e consentono ai brand di creare customer journey sempre più personalizzati, aumentando il coinvolgimento e le conversioni.
Ma quali sono le differenze tra MarTech e AdTech?
MarTech vs. AdTech: differenze chiave
Sebbene spesso vengano confuse, MarTech e AdTech (Advertising Technology) hanno scopi differenti:
- MarTech si concentra sulla gestione dell’intero processo di marketing, dall’analisi dei dati alla gestione della customer experience. Comprende strumenti come CRM, marketing automation, social media management e content marketing.
- AdTech, invece, è focalizzata esclusivamente sulla gestione della pubblicità a pagamento e delle piattaforme per la distribuzione degli annunci (es. Google Ads, Meta Ads, DSP, SSP, Ad Exchange).
Mentre l’AdTech si occupa della pubblicazione delle campagne pubblicitarie, la MarTech si concentra sulla gestione complessiva delle strategie di marketing. Entrambe sono fondamentali, ma il MarTech è il pilastro su cui costruire un ecosistema digitale efficace e scalabile.
Le tecnologie chiave del MarTech nel 2025
Il panorama MarTech è in continua evoluzione e include una vasta gamma di strumenti che aiutano le aziende a ottimizzare le strategie e migliorare la customer experience.
Vediamo le tecnologie più importanti nel 2025:
Customer Relationship Management (CRM) & Customer Data Platform (CDP)
- Il CRM (Customer Relationship Management) consente di raccogliere, gestire e analizzare i dati dei clienti, migliorando la personalizzazione delle comunicazioni. Strumenti chiave: Salesforce, HubSpot, Zoho CRM.
- Il CDP (Customer Data Platform) permette di aggregare i dati provenienti da diverse fonti per creare profili cliente centralizzati e ottimizzare le strategie di targeting. Strumenti: Segment, BlueConic, Treasure Data.
Marketing Automation & Customer Journey Orchestration
L’automazione è essenziale per ridurre il lavoro manuale e aumentare l’efficienza delle campagne.
- Marketing Automation: piattaforme come Marketo, ActiveCampaign, Klaviyo permettono di gestire email marketing, lead nurturing e scoring.
- Customer Journey Orchestration: strumenti avanzati come Insider, Thunderhead permettono di creare esperienze omnicanale e personalizzare ogni touchpoint.
Intelligenza Artificiale e Predictive Analytics
L’AI e il Machine Learning stanno rivoluzionando il marketing, grazie a:
- Content Generation AI (Jasper, Copy.ai) per la creazione automatizzata di testi e immagini.
- AI Conversazionale (Drift, Intercom) per chatbot avanzati e customer service automatizzato.
- Predictive Analytics per anticipare i comportamenti dei clienti e ottimizzare le strategie di acquisizione e retention.
Social Media Management & Influencer Marketing
Le piattaforme di gestione social come Hootsuite, Sprout Social, Later permettono di ottimizzare la pubblicazione e analizzare le performance.
Il Social Listening e le piattaforme di Influencer Marketing (es. Upfluence, AspireIQ) aiutano i brand a identificare e collaborare con i migliori creator.
SEO, Content Marketing & Generative AI
Gli strumenti di SEO & Content Marketing come SEMrush, Ahrefs, SurferSEO sono essenziali per migliorare il posizionamento organico.
L’AI generativa sta rivoluzionando il content marketing, permettendo di creare testi, immagini e video iper-personalizzati in pochi secondi.
Advertising Technology & Cookieless Marketing
Con la fine dei cookie di terze parti, le aziende devono adottare strategie di Zero-Party Data e First-Party Data per raccogliere informazioni direttamente dai consumatori.
Strumenti chiave:
- Google Privacy Sandbox per gestire i dati senza cookie.
- AdTech cookieless (Liveramp, The Trade Desk) per il targeting basato sulla privacy.
Costruire un MarTech Stack efficace
Un MarTech Stack è l’insieme di strumenti che un’azienda utilizza per gestire e ottimizzare il proprio marketing digitale.
Passaggi per costruire un MarTech Stack vincente
1️⃣ Definire gli obiettivi aziendali e i KPI
2️⃣ Selezionare le giuste tecnologie per il proprio business
3️⃣ Assicurare l’integrazione tra gli strumenti
4️⃣ Formare il team sull’uso degli strumenti
5️⃣ Monitorare e ottimizzare il ROI del MarTech Stack
Un MarTech Stack ben strutturato consente di automatizzare i processi, ridurre i costi e massimizzare le conversioni.
Trend e il futuro del MarTech
🔮 AI Conversazionale e Interazione Naturale
L’uso dell’AI per chatbot avanzati e assistenti virtuali renderà il marketing sempre più interattivo.
🔮 Privacy-First Marketing
Le aziende dovranno adattarsi a un mondo senza cookie, sviluppando strategie di raccolta dati più etiche e trasparenti.
🔮 Hyper-Personalization e Dynamic Content
I contenuti dinamici, personalizzati in tempo reale, miglioreranno il coinvolgimento degli utenti.
🔮 Customer Data Orchestration
Strumenti di AI-driven analytics permetteranno di ottimizzare la customer experience su tutti i canali digitali.
🔮 Voice Search e AI-Generated Search Optimization
L’integrazione dell’AI nei motori di ricerca cambierà il modo in cui le aziende ottimizzano la loro presenza online.
Conclusione
Il MarTech è il cuore del marketing moderno. Senza un ecosistema tecnologico solido, i brand rischiano di perdere competitività.
🎯 Vuoi costruire un MarTech Stack su misura per il tuo business?
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Sora AI: il futuro della generazione video con l'intelligenza artificiale
Sora AI: il futuro della generazione video con l'intelligenza artificiale
L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando il mondo dei contenuti digitali e il lancio di Sora AI da parte di OpenAI rappresenta un cambiamento epocale. Si tratta di un modello avanzato capace di generare video realistici fino a 20 secondi con risoluzione fino a 1080p, partendo da un semplice prompt testuale. Ma quali sono le sue potenzialità, i suoi limiti e l’impatto sulle strategie digitali?
Cos'è Sora AI?
Sora AI è un modello di intelligenza artificiale progettato per la generazione automatizzata di video ad alta risoluzione. A differenza di altri strumenti di generazione video basati su AI, Sora AI si distingue per:
- Capacità avanzate di sintesi video: genera sequenze fluide e realistiche con elevata coerenza narrativa.
- Compatibilità con diversi formati: supporta video widescreen, verticali e quadrati, rendendolo ideale per social media, advertising e content creation.
- Espansione di video esistenti: oltre a creare nuovi video, può estendere scene esistenti, colmando lacune nel montaggio.
- Integrazione con sistemi di prompt testuali: permette di trasformare descrizioni in immagini animate, facilitando la creazione di contenuti senza competenze tecniche avanzate.
Come funziona Sora AI?
Sora AI sfrutta tecnologie di deep learning, tra cui reti neurali generative avversarie (GANs) e modelli di machine learning addestrati su vasti dataset di video e immagini. Le sue principali funzionalità includono:
- Text-to-video: generazione di video a partire da un input testuale dettagliato.
- Image-to-video: creazione di animazioni fluide a partire da immagini statiche.
- Predictive motion generation: simulazione realistica del movimento in scenari complessi.
- Filtri di sicurezza e watermarking: ogni video generato viene contrassegnato con metadati certificati per prevenire utilizzi impropri, come deepfake e manipolazioni fraudolente.
Applicazioni di Sora AI nel digital marketing
1. Creazione di video promozionali
I brand possono generare contenuti video dinamici per campagne pubblicitarie, eliminando la necessità di costose riprese fisiche.
2. Personalizzazione dell’esperienza utente
Con l’uso dell’AI, le aziende possono creare contenuti su misura per gli utenti, migliorando l’engagement e la conversione.
3. Produzione di video per social media
Sora AI consente di creare rapidamente video ottimizzati per piattaforme come TikTok, Instagram Reels e YouTube Shorts.
4. Storytelling interattivo
Il modello AI permette di realizzare contenuti narrativi interattivi, adattandoli dinamicamente alle preferenze degli utenti.
Limiti e sfide di Sora AI
Nonostante il suo potenziale innovativo, Sora AI presenta alcune criticità:
- Problemi di realismo: la fisica generata nei video può risultare innaturale o incoerente in alcuni casi.
- Rischi di deepfake: il modello potrebbe essere utilizzato per generare contenuti ingannevoli, sollevando preoccupazioni etiche.
- Limitazioni di disponibilità: attualmente non disponibile in Italia e nei paesi dell’UE per questioni di conformità normativa.
- Aspetti legali e di copyright: l’uso di contenuti generati dall’AI pone interrogativi sulla proprietà intellettuale.
Sora AI: disponibilità e modelli di abbonamento
Al momento, Sora AI è disponibile per gli utenti abbonati a ChatGPT Plus e ChatGPT Pro. Le principali offerte sono:
- ChatGPT Plus: 20$/mese, con 50 video generabili al mese (massimo 20 secondi a 720p).
- ChatGPT Pro: 229$/mese, con generazione illimitata di video fino a 1080p e possibilità di download senza filigrana.
OpenAI ha dichiarato che sta lavorando per rendere disponibile una versione gratuita in futuro.
Sora AI e il futuro della creazione video
Sora AI rappresenta una svolta significativa nella produzione di contenuti digitali, offrendo nuove opportunità per il marketing e la comunicazione. Tuttavia, restano da affrontare questioni legali, etiche e tecniche prima di una diffusione su larga scala.

Ludovico Cardinale
Mi occupo di produzione fotografica, dallo shooting all’editing. Creo contenuti video, in particolare verticali per i social, curando scrittura, riprese e montaggio. Fornisco supporto in ufficio per grafiche, slideshow ed editing foto e video.
Account-Based Marketing (ABM):
Cos’è l’Account-Based Marketing (ABM)?
L’Account-Based Marketing (ABM) è un approccio strategico al marketing B2B che si concentra su un numero selezionato di account (aziende o clienti chiave), trattandoli come mercati individuali.
A differenza del marketing tradizionale, che cerca di generare un’ampia domanda per poi segmentarla, l’ABM parte direttamente dalla selezione degli account più rilevanti e personalizza ogni interazione per massimizzare le possibilità di conversione.
L’obiettivo principale è sviluppare campagne altamente mirate, allineando marketing e vendite per attrarre, coinvolgere e convertire clienti di alto valore, utilizzando contenuti su misura, strategie omnicanale e analisi avanzate.
Come Funziona l’ABM?
1️⃣ Identificazione degli Account Chiave
- Definizione del profilo del cliente ideale (ICP – Ideal Customer Profile) basato su fattori strategici.
- Selezione degli account target attraverso dati interni (CRM, storico vendite) e esterni (Intent Data, analisi di mercato).
- Allineamento tra marketing e vendite per garantire coerenza nelle strategie di targeting.
2️⃣ Creazione di Strategie Personalizzate
- Sviluppo di contenuti mirati per ogni account o cluster di account con esigenze simili.
- Personalizzazione della comunicazione attraverso sito web, email, LinkedIn, eventi, advertising, webinar.
- Implementazione di un approccio multicanale, integrando content marketing, paid ads, direct mail ed eventi digitali e fisici.
3️⃣ Coinvolgimento degli Stakeholder
- Nei processi decisionali B2B, le decisioni di acquisto coinvolgono più figure aziendali (CEO, CFO, CMO, responsabili IT, ecc.).
- Le campagne ABM devono essere progettate per coinvolgere tutti i decision-maker, adattando contenuti e messaggi alle loro esigenze specifiche.
4️⃣ Misurazione e Ottimizzazione
- Tracciamento delle performance attraverso KPI specifici (engagement, conversion rate, pipeline velocity, ROI).
- Analisi del comportamento degli stakeholder dell’account target.
- Ottimizzazione continua delle campagne per migliorare il tasso di conversione.
Tipologie di Account-Based Marketing
🔹 One-to-One (ABM su misura)
- Strategie personalizzate per account strategici di altissimo valore.
- Coinvolge contenuti esclusivi, eventi dedicati e follow-up mirati.
🔹 One-to-Few (ABM Cluster-Based)
- Gruppi di account con caratteristiche simili, permettendo una personalizzazione semi-scalabile.
- Contenuti e offerte adattati a cluster specifici.
🔹 One-to-Many (ABM Programmatico)
- Si applica a un numero elevato di account.
- Usa dati e automazione per scalare la personalizzazione e migliorare l’efficacia delle campagne.
Vantaggi dell’Account-Based Marketing
✔ Miglior ROI → Focalizzandosi su account ad alto valore, riduce gli sprechi di risorse.
✔ Allineamento marketing-vendite → Sinergia tra team per massimizzare le conversioni.
✔ Maggiore engagement → I contenuti personalizzati migliorano il coinvolgimento dei decision-maker.
✔ Cicli di vendita più veloci → Contenuti pertinenti accelerano il processo decisionale.
✔ Migliore esperienza per il cliente → Un approccio su misura rafforza la relazione con il brand.
Criteri di Targeting nell’ABM
Per implementare una strategia ABM efficace, è essenziale definire criteri chiave di targeting che consentano di selezionare gli account più promettenti.
🔹 Principali Criteri di Targeting
- 📍Area geografica → Regioni, paesi o città di interesse.
- 🏢 Dimensione aziendale → Numero totale di dipendenti e filiali.
- 👥 Dimensione dipartimento specifico → Struttura interna dell’azienda e reparti chiave.
- 💰 Fatturato annuale → Capacità di spesa dell’azienda.
- 🏭 Settore industriale → Identificazione delle industry più adatte alla soluzione proposta.
🔹 Altri Criteri di Targeting
- 💻 Tecnologia utilizzata → Piattaforme software e strumenti in uso (CRM, ERP, Marketing Automation).
- 📈 Tasso di crescita → Incremento del numero di dipendenti/dipartimenti nel tempo.
- 🏢 Tipo di azienda → Pubblica, privata, quotata in borsa, startup, ONG, fundraising.
🔹 Filtri Chiave per il Targeting
- 🏢 Sede dell’headquarter → Dove si trova il centro decisionale dell’azienda.
- 📊 Settore industriale → Classificazione dell’azienda per settore di attività.
- 👥 N° totale dei dipendenti → Dimensione complessiva della forza lavoro.
- 📈 Crescita complessiva dei dipendenti → Trend di espansione aziendale.
- 🔍 N° dipendenti per reparto → Per valutare l’importanza di un determinato team aziendale.
- 💻 Tecnologie utilizzate → Strumenti adottati dall’azienda per valutare eventuali sinergie.
- 💰 Fatturato annuale → Stima della capacità di investimento dell’azienda.
Strumenti e Canali per l’ABM
Per implementare l’ABM in modo efficace, è necessario utilizzare strumenti avanzati per la raccolta dati, il targeting e l’automazione delle campagne.
🔹 Strumenti chiave per l’ABM
- ✅ CRM & Sales Intelligence: Salesforce, HubSpot, Microsoft Dynamics.
- ✅ Account Intelligence & Intent Data: ZoomInfo, 6sense, Bombora.
- ✅ Personalized Email & Outreach: Outreach, Salesloft, Apollo.io.
- ✅ Advertising e Retargeting: LinkedIn Ads, Demandbase, RollWorks.
- ✅ Marketing Automation: Marketo, Pardot, Eloqua.
- ✅ Web Personalization: Drift, Uberflip, PathFactory.
Esempio di Campagna ABM
Un’azienda SaaS che offre soluzioni ERP vuole acquisire clienti nel settore manifatturiero.
📌 Step 1 – Identificazione degli account target
- Analisi delle top 50 aziende manifatturiere con oltre 500 dipendenti.
- Selezione degli account con il miglior fit.
📌 Step 2 – Creazione di contenuti personalizzati
- Whitepaper sulle sfide ERP nel settore.
- Case study di competitor già trasformati digitalmente.
📌 Step 3 – Attivazione di una strategia omnicanale
- LinkedIn Ads mirati.
- Email personalizzate con invito a webinar esclusivi.
📌 Step 4 – Misurazione dei risultati
- Lead generati, meeting fissati, conversioni chiuse.
L’Account-Based Marketing è una strategia vincente per le aziende B2B che vogliono migliorare il ROI e ottimizzare le vendite. Grazie alla personalizzazione dei contenuti e all’utilizzo di dati avanzati, permette di ridurre gli sprechi e massimizzare l’efficacia delle campagne. Tuttavia, per ottenere risultati significativi, è fondamentale allineare marketing e vendite, adottare strumenti di intelligence avanzati e monitorare costantemente i KPI.
Se implementato correttamente, l’ABM può trasformare il modo in cui le aziende acquisiscono clienti ad alto valore, migliorando la qualità delle relazioni commerciali e il tasso di chiusura delle trattative. 🚀
LinkedIn Sales Navigator e il Ruolo nell’ABM
Abbiamo approfondito LinkedIn Sales Navigator in un altro articolo, evidenziando come questo strumento sia essenziale per l’Account-Based Marketing. Grazie alle sue funzionalità avanzate di ricerca e segmentazione, consente di identificare e monitorare gli account target, individuando decision-maker e stakeholder chiave all’interno delle aziende. Inoltre, permette di creare liste di prospect, tracciare interazioni e inviare messaggi personalizzati, rendendolo uno strumento imprescindibile per le strategie di ABM basate su LinkedIn.
Per approfondire, consigliamo la lettura del nostro articolo dedicato a LinkedIn Sales Navigator. 🚀

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Crediamo in un futuro dove ogni azienda possa sfruttare il potere della strategia digitale per raggiungere i propri obiettivi di business. Vogliamo essere il partner di fiducia che guida le aziende attraverso questo percorso, combinando innovazione, tecnologia e creatività.
📌 Cosa viene controllato?
Guida completa agli standard pubblicitari di Meta: regole, restrizioni e consigli per gli inserzionisti
Le piattaforme di advertising digitale sono regolate da linee guida sempre più stringenti per garantire trasparenza, sicurezza e rispetto delle normative. Meta (Facebook, Instagram e le sue piattaforme collegate) applica uno degli standard pubblicitari più rigorosi per proteggere gli utenti e mantenere un ecosistema pubblicitario affidabile.
Conoscere le regole sugli annunci di Meta è essenziale per evitare il rifiuto delle inserzioni, ottimizzare le campagne e garantire la conformità alle normative.
Cos’è lo standard pubblicitario di Meta e perché è importante
Gli standard pubblicitari di Meta stabiliscono quali contenuti sono consentiti e quali sono vietati negli annunci pubblicati sulle sue piattaforme, tra cui Facebook, Instagram, Messenger e Audience Network.
L’obiettivo principale di queste regole è:
- Proteggere gli utenti da contenuti ingannevoli, fraudolenti o dannosi
- Mantenere un’esperienza pubblicitaria positiva evitando annunci scioccanti o eccessivamente invasivi
- Garantire la conformità legale a normative globali come il Digital Services Act (DSA) dell’UE
Ogni inserzione pubblicata su Meta viene sottoposta a un processo di revisione per verificare il rispetto di queste normative.
Le principali restrizioni e categorie di contenuti vietati
Meta vieta la pubblicità di contenuti che possono risultare dannosi, ingannevoli o contrari ai suoi principi di sicurezza e trasparenza.
📌 Contenuti vietati su Meta Ads
❌ Prodotti e servizi illegali: droghe, armi, esplosivi, tabacco, farmaci senza prescrizione
❌ Contenuti discriminatori: annunci che escludono o discriminano persone in base a razza, religione, genere o altri fattori
❌ Truffe e pratiche ingannevoli: schemi piramidali, promesse di guadagni irrealistici, annunci fuorvianti
❌ Disinformazione e fake news: informazioni non verificate su politica, salute e vaccini
❌ Contenuti scioccanti o sensazionalistici: immagini violente, scene di sangue, nudità esplicita
❌ Annunci che creano insicurezza negli utenti: promozioni di prodotti per la perdita di peso o procedure estetiche che enfatizzano insoddisfazione personale
📌 Contenuti con restrizioni
Alcune categorie di annunci sono consentite solo in determinate condizioni:
✅ Alcolici: vietati in alcuni Paesi e limitati per target di età
✅ Criptovalute: richiedono previa autorizzazione di Meta
✅ Servizi finanziari e assicurativi: devono rispettare le normative locali
✅ Giochi d’azzardo e scommesse: ammessi solo con autorizzazione specifica e restrizioni di target
✅ Politica ed elezioni: richiedono la verifica dell’inserzionista e sono archiviati nella Libreria Inserzioni
Se un’inserzione rientra in una di queste categorie, è fondamentale verificare in anticipo le restrizioni specifiche per evitare la rimozione dell’annuncio o restrizioni sull’account pubblicitario.
Il processo di revisione delle inserzioni
Meta utilizza un sistema automatizzato e, in alcuni casi, revisione manuale per controllare gli annunci prima della pubblicazione.
📌 Come funziona la revisione delle inserzioni?
- Controllo iniziale automatico: il sistema esamina immagini, testo, targeting e URL di destinazione
- Revisione manuale (se necessario): se l’IA non è sicura del contenuto, un revisore umano effettua un controllo aggiuntivo
- Pubblicazione o rifiuto: se l’annuncio rispetta gli Standard Pubblicitari, viene approvato e pubblicato; in caso contrario, viene rifiutato
📌 Tempi di revisione
- In genere entro 24 ore, ma può richiedere più tempo in caso di annunci complessi o revisioni manuali.
- Anche dopo l’approvazione, un annuncio può essere riesaminato e rimosso in un secondo momento.
📌 Cosa viene controllato?
✔️ Testo e immagini dell’annuncio
✔️ Coerenza tra annuncio e pagina di destinazione
✔️ Targeting del pubblico (evitando discriminazioni)
Se un’inserzione viene rifiutata, l’inserzionista può modificarla e inviarla nuovamente o richiedere una revisione manuale tramite il Business Manager.
Requisiti di trasparenza per la pubblicità nell’UE
Con l’entrata in vigore della Legge sui Servizi Digitali (DSA) dell’Unione Europea, Meta ha introdotto nuove regole sulla trasparenza delle inserzioni pubblicitarie.
🔹 Gli inserzionisti devono fornire informazioni chiare su:
-
- Nome del beneficiario dell’inserzione (azienda o persona per cui viene mostrato l’annuncio)
- Nome di chi paga l’inserzione, se diverso dal beneficiario
Queste informazioni sono visibili nella Libreria Inserzioni di Meta, che permette agli utenti di vedere dettagli sugli annunci attivi e passati, inclusi spesa pubblicitaria, targeting e dati di visualizzazione.
Per gli annunci su politica, elezioni e temi sociali, la trasparenza è ancora più stringente, con archiviazione obbligatoria per 7 anni.
Consigli pratici per chi inizia su Meta Ads
Se sei un inserzionista alle prime armi su Meta Ads, segui queste best practice per evitare problemi e massimizzare le performance delle tue campagne:
✔️ Leggi le normative prima di avviare una campagna: evita contenuti che potrebbero violare le regole di Meta.
✔️ Usa immagini e copy chiari e trasparenti: evita esagerazioni, affermazioni ingannevoli o linguaggio sensazionalistico.
✔️ Verifica il tuo target: assicurati che il pubblico selezionato sia pertinente e conforme alle normative di Meta.
✔️ Ottimizza la pagina di destinazione: la landing page deve essere coerente con il messaggio dell’annuncio, altrimenti l’inserzione potrebbe essere rifiutata.
✔️ Evita modifiche frequenti dopo l’approvazione: un numero elevato di modifiche può far scattare nuove revisioni.
✔️ Monitora le performance e adatta la strategia: usa Meta Business Suite per tracciare risultati e ottimizzare le campagne in tempo reale.
Per approfondire tutti i dettagli sugli Standard Pubblicitari di Meta, incluse le politiche aggiornate e le linee guida ufficiali per gli inserzionisti, puoi consultare direttamente la pagina dedicata su Meta Transparency Center: Standard Pubblicitari di Meta.
Gli Standard Pubblicitari di Meta sono fondamentali per garantire un’esperienza pubblicitaria trasparente e sicura. Per gli inserzionisti, rispettare queste regole significa evitare restrizioni, migliorare il rendimento delle campagne e costruire fiducia con il pubblico.
Se hai bisogno di supporto per ottimizzare le tue campagne su Meta Ads, Stractegy può aiutarti a creare strategie conformi ed efficaci.

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Le 10 Paure dell'Imprenditore
Le 10 Paure dell'Imprenditore
Molti imprenditori vedono la Digital Strategy come un universo complesso, fatto di strumenti, dati e tecnologie difficili da comprendere. Questa incertezza porta spesso a blocchi decisionali che impediscono di sfruttare il digitale per far crescere il business.
In questo articolo analizziamo le 10 paure più comuni degli imprenditori quando si parla di strategia digitale e spieghiamo come superarle grazie a un approccio strutturato e guidato.
- “Non ho abbastanza budget per investire nel digitale”
- “Non so da dove partire”
- “Non ho tempo per gestire il digitale”
- “Ho provato la pubblicità online e non ha funzionato”
- “I miei clienti non usano il digitale”
- “Temo di ricevere recensioni negative”
- “Non capisco come misurare i risultati”
- “Non voglio espormi troppo”
- “Temo che il digitale renda il rapporto con i clienti meno umano”
- “Non voglio dipendere troppo dalla tecnologia”

“Non ho abbastanza budget per investire nel digitale”
Perché è una paura comune
Molti pensano che la Digital Strategy sia accessibile solo alle grandi aziende con budget elevati. La paura è di spendere senza ottenere risultati o di non poter competere con i giganti del settore.
Come superarla
Il digitale offre soluzioni adatte a tutti i budget. Si può iniziare con strategie a costo zero (SEO, contenuti organici, email marketing) e poi reinvestire i primi risultati in pubblicità mirate.
✅ Come Stractegy interviene: creiamo strategie su misura, partendo dagli strumenti più efficaci rispetto agli obiettivi e al budget dell’azienda. Usiamo l’approccio test & learn per ottimizzare ogni euro speso.
“Non so da dove partire”
Perché è una paura comune
L’offerta di strumenti digitali è vastissima: siti web, social media, advertising, email marketing, SEO… Questo può disorientare chi non ha esperienza.
Come superarla
Bisogna partire dagli obiettivi di business. Senza un obiettivo chiaro, ogni azione digitale rischia di essere dispersiva.
✅ Come Stractegy interviene: applichiamo il nostro metodo Check-Plan-Act:
- Check: analizziamo la situazione attuale dell’azienda.
- Plan: creiamo un piano strategico chiaro e personalizzato.
- Act: passiamo all’azione con step concreti e misurabili.
“Non ho tempo per gestire il digitale”
Perché è una paura comune
Un imprenditore ha già mille attività da gestire. Aggiungere il digitale sembra impossibile senza sacrificare altre aree aziendali.
Come superarla
Grazie agli strumenti di automazione, molte attività possono essere semplificate: post programmati, email automatiche, chatbot per il customer care.
✅ Come Stractegy interviene: offriamo soluzioni chiavi in mano, gestendo direttamente i canali digitali o formando il team interno per ottimizzare tempi e risorse.
“Ho provato la pubblicità online e non ha funzionato”
Perché è una paura comune
Molti imprenditori hanno investito in campagne pubblicitarie senza ottenere risultati. La paura di bruciare soldi senza ritorno è reale.
Come superarla
Spesso il problema non è la pubblicità in sé, ma una strategia errata: targeting sbagliato, contenuti poco efficaci, mancanza di analisi.
✅ Come Stractegy interviene: ottimizziamo le campagne con dati e testing continuo, migliorando gli annunci in base alle performance reali. Monitoriamo KPI chiari per garantire risultati concreti.
“I miei clienti non usano il digitale”
Perché è una paura comune
Se l’azienda opera in un settore tradizionale (artigianato, edilizia, manifattura), si pensa che i clienti non siano digitalizzati.
Come superarla
Oggi il 90% delle persone usa internet per informarsi prima di acquistare. Anche i clienti più “analogici” cercano recensioni, siti web o contatti online.
✅ Come Stractegy interviene: analizziamo il comportamento digitale dei clienti con survey e analisi dati, per trovare il canale più adatto a raggiungerli.
“Temo di ricevere recensioni negative”
Perché è una paura comune
Avere una presenza online significa esporsi ai commenti pubblici, inclusi quelli negativi. La paura è di danneggiare la reputazione dell’azienda.
Come superarla
Le recensioni sono un’opportunità per migliorare e fidelizzare i clienti. Rispondere in modo professionale trasforma una critica in una prova di serietà.
✅ Come Stractegy interviene: creiamo strategie di reputation management per monitorare e gestire le recensioni in modo efficace.
“Non capisco come misurare i risultati”
Perché è una paura comune
Il digitale è pieno di numeri e metriche (CTR, CPC, engagement rate). Senza una guida, è difficile capire quali siano i dati veramente utili.
Come superarla
Non serve essere esperti di analytics. Basta focalizzarsi su pochi KPI chiave per monitorare le performance.
✅ Come Stractegy interviene: offriamo report chiari e comprensibili, con dati utili alle decisioni aziendali, senza tecnicismi inutili.
“Non voglio espormi troppo”
Perché è una paura comune
Molti imprenditori non vogliono apparire in prima persona sui social o non amano la sovraesposizione.
Come superarla
Non è necessario essere al centro della comunicazione. Il brand può essere rappresentato dai valori aziendali, dai prodotti o dal team.
✅ Come Stractegy interviene: costruiamo una strategia di comunicazione che valorizzi l’azienda, non la singola persona, con storytelling efficace.
“Temo che il digitale renda il rapporto con i clienti meno umano”
Perché è una paura comune
Il timore è che strumenti come chatbot e email automatiche allontanino il contatto diretto con i clienti.
Come superarla
Il digitale può potenziare la relazione con il cliente, non sostituirla. Ad esempio, rispondere rapidamente sui social migliora il servizio clienti.
✅ Come Stractegy interviene: creiamo strategie che combinano digitale e interazione umana, per mantenere un contatto autentico con il pubblico.
“Non voglio dipendere troppo dalla tecnologia”
Perché è una paura comune
Alcuni imprenditori temono che affidarsi troppo al digitale possa diventare un rischio.
Come superarla
Il digitale è uno strumento, non un fine. Una strategia ben fatta è flessibile e adattabile, senza dipendere esclusivamente da una piattaforma.
✅ Come Stractegy interviene: costruiamo strategie sostenibili e scalabili, con strumenti diversificati per evitare dipendenze da un unico canale.
Le paure legate alla Digital Strategy sono comprensibili, ma possono essere superate con un approccio strutturato e guidato. Stractegy aiuta le aziende a digitalizzarsi in modo efficace, con strategie personalizzate e risultati misurabili.
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Stractegy
Crediamo in un futuro dove ogni azienda possa sfruttare il potere della strategia digitale per raggiungere i propri obiettivi di business. Vogliamo essere il partner di fiducia che guida le aziende attraverso questo percorso, combinando innovazione, tecnologia e creatività.
LinkedIn Sales Navigator: la guida completa per potenziare le vendite B2B
LinkedIn Sales Navigator: la guida completa per potenziare le vendite B2B
In un mondo in cui la vendita B2B è sempre più basata sulla costruzione di relazioni e sulla personalizzazione dell’approccio commerciale, LinkedIn Sales Navigator si è affermato come uno strumento indispensabile per i professionisti delle vendite. Grazie a una combinazione di intelligenza artificiale, segnali di intent e integrazioni CRM, questa piattaforma consente ai team di vendita di individuare i prospect più qualificati, interagire in modo efficace e chiudere più affari.
Secondo uno studio di Forrester, Sales Navigator ha generato un ROI del 312% in tre anni, ripagandosi da solo in meno di sei mesi.
In questa guida vedremo:
✔️ Cos’è LinkedIn Sales Navigator e a chi è rivolto
✔️ Principali funzionalità e vantaggi
✔️ Come usarlo per migliorare il processo di vendita
✔️ I diversi piani disponibili e quale scegliere
Scopriamo insieme come trasformare LinkedIn in una macchina per il social selling.
- Cos’è LinkedIn Sales Navigator?
- Le funzionalità chiave di Sales Navigator
- Come usare Sales Navigator per massimizzare le vendite
- Quale piano Sales Navigator scegliere?
- LinkedIn Sales Navigator vale l’investimento?
- Fase 1: definire il target e costruire il pubblico
- Fase 2: creare un approccio personalizzato per l’Outreach
- Fase 3: costruire relazioni e nutrire i lead
- Fase 4: chiudere la vendita con il momento giusto
- Esempio di applicazione della strategia
- Perché l’Outreach è Importante?

Cos’è LinkedIn Sales Navigator?
LinkedIn Sales Navigator è una piattaforma avanzata di social selling che aiuta i professionisti delle vendite a:
🔹 Trovare i decision-maker giusti all’interno delle aziende target.
🔹 Ottenere insight strategici sui clienti e prospect.
🔹 Sfruttare l’intelligenza artificiale per ottimizzare le interazioni.
🔹 Ricevere segnali di intent in tempo reale per contattare i prospect nel momento ideale.
Questa piattaforma si basa su un principio chiave: le vendite moderne si basano sulla costruzione di relazioni autentiche e pertinenti.
✅ A chi è rivolto?
- Sales Manager e Account Executive: per individuare lead di qualità e accelerare il ciclo di vendita.
- Business Developer: per costruire relazioni con i decision-maker giusti.
- Imprenditori e consulenti: per espandere la propria rete di contatti strategici.
🔍 Il valore aggiunto?
Sales Navigator filtra milioni di profili LinkedIn, identificando solo i contatti realmente interessanti per il tuo business, grazie a un mix di intelligenza artificiale e segnali comportamentali.
Le funzionalità chiave di Sales Navigator
🔹 Account IQ: preparati in pochi secondi, non in ore
Grazie a AI-driven summaries, Sales Navigator riassume automaticamente informazioni chiave sui clienti. Questo permette ai venditori di:
✔️ Risparmiare tempo nella ricerca.
✔️ Presentarsi alle riunioni con dati strategici aggiornati.
✔️ Strutturare piani account in modo più efficace.
🔹 Lead Finder: Prospecting Automattizzato con l’AI
L’intelligenza artificiale di LinkedIn Sales Navigator aiuta a individuare i prospect più in linea con il tuo business, suggerendo nuovi contatti basati su:
📌 Ruolo e livello decisionale
📌 Settore e dimensione aziendale
📌 Interazioni precedenti con il brand
💡 Cosa significa in pratica?
Invece di perdere ore a cercare lead manualmente, il sistema trova contatti qualificati in pochi secondi.
🔹 Buyer Intent Signals: contatta i clienti nel momento giusto
📢 Sapere quando contattare un prospect è fondamentale. Sales Navigator classifica i contatti in base a segnali di intent, come:
✅ Cambi di ruolo all’interno dell’azienda.
✅ Crescita dell’organico aziendale.
✅ Interazioni con i contenuti del brand.
🔍 Il vantaggio?
Ricevi notifiche in tempo reale quando un decision-maker è più propenso a valutare un’offerta, migliorando il tasso di conversione.
🔹 CRM Integration: dati sempre aggiornati
L’integrazione con i principali CRM (come Salesforce e HubSpot) permette di:
📌 Evitare dati duplicati o obsoleti.
📌 Aggiornare automaticamente i contatti nel CRM.
📌 Ottimizzare la gestione della pipeline di vendita.
✅ Risultato: meno tempo sprecato in operazioni manuali e più focus sulla chiusura di contratti.
🔹 Relationship Map: mappa i Decision-Maker
Le vendite B2B sono complesse e coinvolgono più interlocutori. La Relationship Map permette di visualizzare tutti i decision-maker di un’azienda e identificare i migliori percorsi di accesso ai prospect.
💡 Perfetto per:
✔️ Evitare di dipendere da un solo contatto.
✔️ Costruire più punti di contatto con un’azienda target.
✔️ Ottenere referenze da contatti interni.
Come usare Sales Navigator per massimizzare le vendite
📌 Step 1: identifica i contatti giusti
🔹 Usa i filtri avanzati per trovare lead in base a settore, posizione, azienda e interessi.
🔹 Analizza i segnali di intent per capire quando un prospect è più ricettivo.
📌 Step 2: personalizza l’Outreach
✅ Evita i messaggi generici e usa Message Assist (AI) per creare InMail personalizzate.
✅ Sfrutta la sezione “Attività Recenti” di LinkedIn per menzionare articoli o post del prospect.
✅ Coinvolgi con valore: offri insight e soluzioni prima di proporre una vendita.
📌 Step 3: costruisci relazioni a lungo termine
🔹 Interagisci con i contenuti dei prospect per costruire familiarità.
🔹 Usa le notifiche di job change per congratularti e iniziare una conversazione.
🔹 Sfrutta il Relationship Map per collegarti con più decision-maker di un’azienda.
Quale piano Sales Navigator scegliere?
📌 LinkedIn Sales Navigator offre tre piani, in base alle esigenze aziendali:
💡 Per chi inizia, il piano Core è un ottimo punto di partenza. Se il tuo team lavora su pipeline complesse, considera Advanced o Advanced Plus.
LinkedIn Sales Navigator vale l’investimento?
✅ Uno studio Forrester ha dimostrato che Sales Navigator genera un ROI del 312% in tre anni.
✅ Permette di identificare e contattare decision-maker con maggiore precisione.
✅ Riduce il tempo speso nella ricerca e massimizza l’efficacia delle vendite.
🔍 In breve: se il tuo obiettivo è chiudere più contratti con un approccio smart e data-driven, LinkedIn Sales Navigator è uno strumento indispensabile.
Per ulteriori dettagli su LinkedIn Sales Navigator, visita la pagina ufficiale di LinkedIn: LinkedIn Sales Navigator.
Di seguito, presentiamo una strategia passo dopo passo che ti permetterà di sfruttare al massimo questa piattaforma per identificare i prospect giusti, costruire relazioni autentiche e chiudere più contratti.
Fase 1: definire il target e costruire il pubblico
Prima di iniziare con l’outreach, è fondamentale avere una chiara definizione del proprio buyer persona. Sales Navigator offre potenti strumenti di filtraggio avanzato che permettono di segmentare il pubblico in base a criteri precisi.
📌 Azioni da fare:
✅ Usa i filtri avanzati di ricerca per selezionare lead in base a:
- Settore
- Dimensione aziendale
- Ruolo e livello decisionale
- Numero di anni in azienda
- Attività recenti su LinkedIn
✅ Salva i lead e gli account: grazie alla funzione di Liste di Sales Navigator, puoi organizzare i tuoi prospect in gruppi specifici (es. “Decision Maker Retail”, “Lead caldi”, “Aziende in crescita”).
✅ Monitora segnali di intent: usa le notifiche per identificare quando un lead ha cambiato ruolo, ha interagito con contenuti o ha mostrato interesse verso il tuo settore.
🎯 Obiettivo di questa fase: Creare un database segmentato e dinamico di lead qualificati che potranno essere contattati nel momento giusto.
Fase 2: creare un approccio personalizzato per l’Outreach
Uno degli errori più comuni nelle vendite B2B è l’invio di messaggi generici e non contestualizzati. LinkedIn Sales Navigator aiuta a evitare questa trappola grazie a strumenti basati su AI come Message Assist, che genera InMail personalizzate.
📌 Azioni da fare:
✅ Studia il profilo del prospect prima di contattarlo. Osserva:
- Post recenti o articoli pubblicati
- Cambi di ruolo o nuove assunzioni nella sua azienda
- Connessioni in comune
✅ Invia una richiesta di connessione strategica, con un messaggio che faccia riferimento a un’interazione recente (es. “Ho visto il tuo post su [tema X], molto interessante! Mi piacerebbe connettermi per approfondire”).
✅ Segui il principio del “Give before you ask”: invece di vendere subito, offri valore. Alcune idee:
- Condividere un report di settore utile
- Invitare a un evento esclusivo
- Offrire un case study rilevante
🎯 Obiettivo di questa fase: Creare fiducia e interesse, evitando di sembrare un venditore invadente.
Fase 3: costruire relazioni e nutrire i lead
La chiave per il social selling efficace è l’engagement continuo. Sales Navigator permette di tracciare le interazioni con i lead e di attivare azioni mirate nel tempo.
📌 Azioni da fare:
✅ Interagisci con i contenuti del lead: commenta e metti like ai suoi post per rimanere visibile nel suo network.
✅ Usa i messaggi InMail in modo strategico, con follow-up che abbiano senso in base agli interessi del prospect.
✅ Sfrutta il Relationship Map per identificare altri decision-maker nell’azienda target e creare un network più ampio.
🎯 Obiettivo di questa fase: Passare da una connessione LinkedIn a una relazione professionale concreta.
Fase 4: chiudere la vendita con il momento giusto
Una delle funzionalità più potenti di Sales Navigator è la possibilità di ricevere notifiche in tempo reale sui momenti chiave per contattare un prospect, grazie a strumenti come Buyer Intent Signals.
📌 Azioni da fare:
✅ Usa gli alert di job change per ricontattare lead in nuove posizioni di potere.
✅ Sfrutta le notifiche di crescita aziendale per proporre soluzioni scalabili.
✅ Integra Sales Navigator con il tuo CRM per gestire al meglio il pipeline e automatizzare il follow-up.
🎯 Obiettivo di questa fase: contattare il lead nel momento più opportuno per massimizzare le possibilità di conversione.
Esempio di applicazione della strategia
🎯 Caso: vendere un software di marketing automation a CMO di aziende tech
✅ Passo 1: identificazione del target
- Filtriamo i CMO di aziende tech con più di 50 dipendenti in crescita.
- Salviamo gli account nelle liste “Aziende in espansione”.
✅ Passo 2: engagement iniziale
- Seguiamo i lead su LinkedIn e commentiamo i loro post.
- Inviamo una richiesta di connessione con un messaggio personalizzato basato su un loro contenuto recente.
✅ Passo 3: primo contatto strategico
- +Dopo la connessione, inviamo un InMail con un case study su un’azienda simile alla loro.
- Non vendiamo subito, ma proponiamo un contenuto di valore.
✅ Passo 4: monitoraggio e follow-up
- Se il lead ha mostrato interesse, lo inseriamo in una campagna di nurturing con altri insight di settore.
- Attiviamo un follow-up quando riceviamo una notifica di intent.
📌 Risultato?
Aumento della risposta alle InMail del +35% rispetto a un approccio standard.
Definizioni utili
L’outreach è una strategia di comunicazione proattiva utilizzata per raggiungere nuovi contatti, creare relazioni e generare opportunità di business. Questa tecnica è fondamentale sia nel marketing che nelle vendite, in particolare nel B2B, dove le decisioni di acquisto si basano su relazioni di fiducia e connessioni mirate.
Nel contesto digitale, l’outreach viene spesso associato a:
- Sales outreach → Contattare prospect qualificati con l’obiettivo di vendere.
- Email outreach → Inviare email personalizzate a contatti specifici per ottenere una risposta o una collaborazione.
- PR outreach → Coinvolgere giornalisti, influencer o media per ottenere visibilità.
- Link building outreach → Contattare siti web per ottenere backlink e migliorare il SEO.
Nel mondo del social selling, l’outreach viene spesso realizzato tramite LinkedIn Sales Navigator, che consente di contattare lead altamente profilati in modo strategico.
Perché l’Outreach è Importante?
✅ Aumenta la brand awareness → Far conoscere la propria azienda o il proprio prodotto a un pubblico più ampio.
✅ Genera nuove opportunità di vendita → Identificare e coinvolgere prospect potenzialmente interessati.
✅ Migliora le relazioni con il pubblico target → Creare connessioni autentiche e di valore.
✅ Supporta strategie di inbound marketing → Combinato con contenuti di valore, migliora la lead generation.
Un outreach efficace non è una semplice attività di “cold calling” o “spam”, ma un processo strutturato basato sulla personalizzazione, sulla ricerca e sull’interazione mirata.

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Come funziona l'algoritmo di Instagram: i segreti per ottimizzare la tua visibilità
Come funziona l'algoritmo di Instagram: i segreti per ottimizzare la tua visibilità
Instagram è una delle piattaforme social più utilizzate al mondo e, per molti, rappresenta una vetrina fondamentale per il proprio brand o per la propria attività. Tuttavia, per riuscire ad emergere e a raggiungere un pubblico sempre più vasto, è fondamentale comprendere come funziona l’algoritmo di Instagram. Nel corso di due video recenti, Adam Mosseri, CEO di Instagram, ha condiviso informazioni cruciali su come il ranking dei contenuti avviene sulla piattaforma. In questo articolo, esploreremo questi concetti in modo semplice e chiaro, per aiutarti a ottimizzare la tua strategia social.
I due tipi di ranking di Instagram
Instagram basa il suo algoritmo su due categorie principali di ranking: connected reach (raggiungimento connesso) e unconnected reach (raggiungimento non connesso). Ma cosa significano questi termini?
- Connected Reach: si riferisce ai contenuti che vengono mostrati agli utenti che ti seguono già. L’algoritmo valuta quanto è probabile che questi utenti interagiscano con il tuo contenuto, in termini di visualizzazioni, like e condivisioni.
- Unconnected Reach: riguarda i contenuti che vengono mostrati a persone che non ti seguono ancora. Questo tipo di ranking è legato principalmente alla raccomandazione dei tuoi contenuti a nuovi utenti, permettendoti di raggiungere un pubblico più ampio.
I segnali più importanti per il ranking Instagram
Sia che tu stia cercando di raggiungere i tuoi follower esistenti, sia che tu stia cercando di farti scoprire da nuovi utenti, i segnali che influenzano il ranking sono gli stessi. Ecco i principali fattori da considerare:
- Tempo di visione medio: è uno degli indicatori più importanti per determinare il successo di un contenuto. Se gli utenti guardano un video fino alla fine, Instagram lo interpreterà come un contenuto interessante e lo spingerà maggiormente.
- Like per reach: il numero di like ricevuti rispetto al numero di persone che hanno visto il contenuto è un altro segnale cruciale. Tuttavia, per il contenuto connected (cioè destinato ai tuoi follower), i like hanno un peso maggiore rispetto alle condivisioni.
- Condivisioni per reach: per i contenuti unconnected (ovvero per le persone che non ti seguono), le condivisioni sono più importanti dei like. Se gli utenti inviano un tuo contenuto a un amico, Instagram lo vede come un segnale di alta qualità.
Mosseri sottolinea che, sebbene i like siano importanti, il tempo di visione è l’aspetto cruciale che determina se un contenuto verrà spinto o meno nell’algoritmo di Instagram.
Come ottimizzare il tuo contenuto per raggiungere più persone
Se vuoi che il tuo contenuto abbia la possibilità di raggiungere persone che non ti seguono ancora (unconnected reach), ci sono alcune cose che devi fare:
- Evita i watermarks: i contenuti con watermark (ad esempio, loghi di altre piattaforme) vengono penalizzati. Instagram premia i contenuti originali e senza marchi visibili.
- Aggiungi audio: specialmente per foto e caroselli, l’aggiunta di audio è fondamentale. Questo non solo rende il contenuto più coinvolgente, ma aumenta anche la possibilità che venga mostrato come raccomandazione.
- Limita la durata dei video: i video devono durare tre minuti o meno. Contenuti più brevi tendono a performare meglio, quindi cerca di catturare l’attenzione in poco tempo.
- Contenuti originali: Instagram premia la creatività. Non è necessario creare tutto da zero, ma è importante aggiungere un tocco personale al contenuto. Ad esempio, potresti prendere un video esistente e aggiungere la tua opinione tramite una schermata verde, rendendolo originale.
- Stato dell’account: assicurati che il tuo account sia in buone condizioni. Puoi verificare lo stato del tuo account direttamente nelle impostazioni del profilo.ma.
Come evitare di infastidire i tuoi follower Instagram
Se hai paura di pubblicare troppo frequentemente e di stancare i tuoi follower, Instagram offre una funzionalità interessante chiamata “Trials”. Questa funzione ti permette di bypassare il sistema di ranking connesso e di concentrarti su un unconnected reach. In questo modo, non rischi di infastidire i tuoi follower con troppo contenuto, ma puoi comunque aumentare la visibilità tra nuovi utenti. Inoltre, puoi successivamente promuovere i contenuti migliori direttamente al tuo pubblico.
Conoscere i dettagli dell’algoritmo di Instagram e come funziona il ranking dei contenuti è essenziale per ottimizzare la tua strategia social. Concentrandoti su fattori come il tempo di visione, i like e le condivisioni, non solo riuscirai a migliorare il tuo ranking, ma avrai anche la possibilità di raggiungere un pubblico più ampio. Ricorda, la chiave del successo su Instagram è la creazione di contenuti originali e coinvolgenti che sappiano catturare l’interesse degli utenti. Applicando questi consigli, sarai sicuramente sulla buona strada per aumentare la tua visibilità e crescere su questa potente piattaforma!
Se hai trovato utile questo articolo, assicurati di seguirci per ulteriori consigli e aggiornamenti sul mondo del digital marketing!
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